Tiro in ballo addirittura Gino Paoli e una delle sue composizioni più celebri per riprendere confidenza col mio blog, che negli ultimi tre mesi è stato messo in disparte, così come molte dei miei altri interessi più o meno futili, per trasformarmi in un eremita e vivere come se non ci fosse più niente al mondo oltre all’esame di accesso alla scuola di specialità e a quegli infernali, stramaledetti quiz, e concedendomi come unica fonte di svago la rincorsa al quorum del Referendum del 12-13 giugno (o 13-14 secondo le fonti RAI), seguito con più trasporto della finale dei mondiali non ho più scritto nemmeno una parola.
Mobbastaperò!
L’esame è stato fatto, ho la coscienza pulitissima, forte del mio aver abolito ogni distrazione in funzione dello studio, e mentre attendo con ansia la pubblicazione dei risultati posso finalmente riespandermi come un sacchetto di riso sottovuoto quando viene aperto (“PFFFFFFFFT!”).
E la verità, giunto ormai a metà del mio Secondo Giorno di Libertà Dallo Studio Ossessivo, è che la cosa di cui sentivo più la mancanza, ciò che il mio corpo richiamava a gran voce e ormai disperatamente, era del sanissimo, illimitato cazzeggio.

E così, mentre gli amici più organizzati già sono a prendere il sole in riva al mare, mentre altri più attivi rimbalzano da un concerto ad un festival, mentre i più sfortunati sono già al lavoro e i più disperati non sono ancora scesi sotto un tasso alcolemico di 0,9 g per Litro (no, non è la risposta di un quiz), sento con certezza che nulla potrà schiodarmi da questo comodissimo morbidissimo divano, mentre qualche morbido disco culla l’aria e sotto al cuscino ho il biglietto del concer… oh cazzo, stasera devo andare a Milano! Ma chi ha la forza?