Il funzionario dei moli non era molto sveglio e dando loro una semplice occhiata chiese – Motivo della visita? – i documenti comprati a Fitzgerald per metà dei loro soldi erano di fattura mediocre, ma sarebbero andati bene, almeno finché non avessero aggiornato la banca dati con le informazioni corrette.
– Io e mia sorella volevamo fare il giro dello sciame centrale. –
L’uomo soppresse maldestramente un sogghigno, autorizzando le due schede magnetiche – Buona permanenza, in questo caso! – augurò loro guardando scettico gli abiti di CJ.
CJ ringraziò avviandosi verso il settore commerciale dell’area limitrofa ai moli. Quelle zone erano servite alle prime stazioni spaziali per effettuare manutenzioni sulle flange di attracco e durante i rifornimenti, evolvendosi in settori commerciali sulle stazioni indipendenti. Proprio in quelle zone di solito si trovavano bar, prostitute e bordelli: ottimi luoghi per racimolare informazioni senza destare troppi sospetti.
– Ricordami di chiederti come si fa a mentire con tanta disinvoltura. – intervenne Isa.
– Basta saper recitare un ruolo e capire cosa potrebbe distrarre il tuo interlocutore: basterebbe parlare di navi spaziali con te, per farti fare quello che voglio! – confessò CJ divertita. La realtà non era così semplicistica e su Diamond la gilda dei piaceri terreni era tanto importante proprio perché i suoi affiliati erano istruiti nell’arte della persuasione, fosse a fatti o a parole. CJ era solo più convincente di altri.
Columbia Central non era come tutte le altre stazioni dello sciame centrale: la grandezza di Victoria si era estesa anche in quel luogo e forte della sua posizione predominante sul pianeta, aveva ricevuto sovvenzionamenti da parte di tutte le forze operanti in quell’angolo di spazio, per quel motivo c’erano gli europs li intorno e sempre per quel motivo la stazione sembrava essere un fortino costantemente soggetto a corte marziale – Quanta gente vive su questa stazione? –
– Più di quanta dovrebbe. –
– Smetterai di essere cinica oppure dovremo prima ammazzare tutti quelli del tuo equipaggio? –
CJ fissò la ragazza con un cipiglio divertito, nel viaggio che avevano affrontato insieme non c’era stato modo di chiarire le intenzioni di CJ riguardo al suo precedente equipaggio e Isa non aveva avuto il coraggio di chiedere in proposito, ma entrambe sapevano che non era logico aspettarsi una risoluzione favorevole per chi aveva tradito, ammesso che riuscissero a trovare Keller e la Magpie. Di riflesso la loro sorte non sarebbe stata migliore se Keller avesse sentito puzza di bruciato e neanche le stelle potevano dire cosa avrebbe fatto in quel caso. Tutta quella faccenda era un dannato rischio in cui tutti stavano mettendo la propria quota personale, Isa e CJ però avevano solo messo un anticipo.
La Jaguar continuava a guardarsi intorno e quella sua curiosità non scemò neanche quando entrarono in una delle tante bettole che circondavano la sezione pubblica intorno ai moli – C’è tanta gente qui. –
– Non tutti abitano nel nulla più assoluto, ragazza! –
Il barista le fissò interessato. L’abbigliamento di CJ poteva andare bene per un comune bordello nebular, ma nello sciame centrale la prostituzione era gestita in maniera più ortodossa e soprattutto con meno organizzazione: non c’erano regole o uniformi. Ciò significava che una qualsiasi prostituta non potesse entrare in locali come quello senza prima aver ricevuto il permesso da parte del pappone che gestiva il giro della zona. CJ salutò il barista, avvicinandosi al bancone sicura, l’esperienza le aveva insegnato che non era mai saggio aspettare con quella gente: nello sciame centrale la criminalità era più rozza e meno precisa e spesso le buone maniere non erano neanche contemplate – Non allarmarti e soprattutto richiama il tuo scagnozzo, non sono qui per prendere parte al divertimento. Mi serve qualcosa che costa quanto i miei servizi, ma per voi non è altrettanto preziosa! – Isa era rimasta a guardare, sedendosi al bancone come un qualsiasi cliente, dopo quello che era successo su Wyrm la ragazza aveva compreso quanto fosse importante non dire nulla se non si era direttamente interpellati, consapevole che CJ avesse più esperienza di lei in quanto a raggiro e dialettica.
Il barista fissò CJ con uno sguardo di sufficienza, facendo un cenno a un uomo seduto al tavolo vicino all’ingresso – Cosa vuole una battona nebular? –
– Informazioni. –
– Quelle costano più dei tuoi servizi. – chiarì l’uomo con un ghigno – Soprattutto cosa ti fa credere che io voglia darti delle informazioni, dolcezza? –
CJ lanciò uno sguardo alla sua compagna di viaggio, balzando sul bancone e addosso a quell’uomo puntandogli un pugnale alla gola – Il fatto che tieni alla tua gola e la certezza che il tuo scagnozzo non sarà più un problema! – ammise, mentre Isa si alzava per mettere al tappeto quella minaccia.
– Prendo le tue armi in prestito, se non ti dispiace. – commentò la Jaguar perquisendolo.
– Chi diavolo siete? – gridò il barista, attirando lo sguardo di tutti i clienti.
– Oh non mi sembra che questo gioco funzioni così! – lo derise CJ – Sono io che faccio le domande! –
Isa aveva fatto alzare il buttafuori, legandogli le mani con la cinta dei pantaloni, sotto lo sguardo attonito di un paio di spaziali che stavano mangiando al tavolo vicino. La mole dell’energumeno era quasi il doppio rispetto alla figura della ragazza, ma l’addestramento di Isa le aveva fatto guadagnare più di qualche occhiata da parte degli spaziali – Chi diavolo siete? –
– Mercenari. – mentì CJ passando con delicatezza il pugnale intorno al collo del barista – Stiamo cercando una Arrow di quinta generazione con motori nebular, il suo equipaggio è misto e sono comandati da un uomo di nome Keller! –
L’uomo sembrò comprendere a difficoltà, ma dopo aver tentennato annuì – Magpie, la conosco! Due suoi marinai si sono fermati a mangiare qui per mangiare, uno dei due si è ubriacato e poi si sono presi a botte per tutto il locale. –
– Perché combattevano? –
– Non ne ho idea! So solamente che uno dei due era un medico e dopo aver messo al tappeto il suo amico ha preso a medicarlo, fosse stato per me li avrei buttati fuori a calci, ma non voglio guai con le autorità del molo: ficcano il naso troppo spesso nei locali come il mio! – le parole del barista sembravano sincere, tanto da far sospirare CJ, forse non sarebbe stato così difficile ritrovare la sua nave. Soprattutto sentire che Hardtop le aveva date a qualcuno la fece sorridere.
– Abbiamo finito qui. –
– Davvero? – chiese Isa dispiaciuta, lasciando il buttafuori – Mi stavo divertendo. –
– Non voglio importunare oltre il nostro nuovo amico, abbiamo l’informazione che stiamo cercando e possiamo passare alla prossima mossa, andiamo! – la esortò CJ, avviandosi all’uscita del locale, certa che quelle informazioni sarebbero arrivate alle orecchie di chi di dovere, molto presto.
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