Esiste da sempre una
interessantissima produzione editoriale che riguarda i libri che parlano di
altri libri, di altri autori, di altre narrazioni.
Abbecedario,
di Czeslaw Milosz appartiene proprio a questo tipo di produzione letteraria e
nel suo più alto intendere. Premio Nobel per la letteratura nel 1980, Milosz
racconta in sostanza la sua vita, le sue esperienze, i suoi incontri e lo fa
suddividendo la narrazione in lemmi, proprio come un abbecedario.
La lettura di Abbecedario ci accompagna attraverso i momenti
più cupi e politicamente più difficili della storia europea. Milosz parla della sua
vita nella Polonia fra le due guerre mondiali, durante la spartizione russo
tedesca provocata dal patto Ribbentrop-Molotov, durante la tragica occupazione
nazista, durante la mutazione della Polonia in stato satellite del blocco
sovietico. Dapprima fautore del regime comunista e poi suo grande critico,
Milosz emigra infine negli Usa dove la stessa diaspora polacca lo tratterà con
freddezza a causa del suo passato di collaboratore del regime filosovietico.
Una vita difficile, a volte
piena di amarezze, ma che ha avuto sempre l’obiettivo della letteratura e della
poesia. Abbecedario è un libro che si
legge a volte come un romanzo alla Le Carré e che dimostra come la letteratura
sia elemento inscindibile dagli avvenimenti storici e politici.
Milosz, attraverso il lento
dispiegarsi dei lemmi del suo abbecedario, traccia un ritratto, narrando la sua
vita e quella degli scrittori e poeti che ha conosciuto, di tutto il Novecento e
da un punto di osservazione privilegiato che gli consente di produrre una vera
e propria summa degli avvenimenti politico-letterari tra America ed Europa.
Come scrive lo stesso autore:
“rinunciando alla possibilità di ritrarre il mio secolo in forma di romanzo,
qualcosa ho pur sempre ritratto.”
Un libro.
Abbecedario,
di Czeslaw Milosz (Adelphi).
Magazine Cultura
Esiste da sempre una
interessantissima produzione editoriale che riguarda i libri che parlano di
altri libri, di altri autori, di altre narrazioni.
Abbecedario,
di Czeslaw Milosz appartiene proprio a questo tipo di produzione letteraria e
nel suo più alto intendere. Premio Nobel per la letteratura nel 1980, Milosz
racconta in sostanza la sua vita, le sue esperienze, i suoi incontri e lo fa
suddividendo la narrazione in lemmi, proprio come un abbecedario.
La lettura di Abbecedario ci accompagna attraverso i momenti
più cupi e politicamente più difficili della storia europea. Milosz parla della sua
vita nella Polonia fra le due guerre mondiali, durante la spartizione russo
tedesca provocata dal patto Ribbentrop-Molotov, durante la tragica occupazione
nazista, durante la mutazione della Polonia in stato satellite del blocco
sovietico. Dapprima fautore del regime comunista e poi suo grande critico,
Milosz emigra infine negli Usa dove la stessa diaspora polacca lo tratterà con
freddezza a causa del suo passato di collaboratore del regime filosovietico.
Una vita difficile, a volte
piena di amarezze, ma che ha avuto sempre l’obiettivo della letteratura e della
poesia. Abbecedario è un libro che si
legge a volte come un romanzo alla Le Carré e che dimostra come la letteratura
sia elemento inscindibile dagli avvenimenti storici e politici.
Milosz, attraverso il lento
dispiegarsi dei lemmi del suo abbecedario, traccia un ritratto, narrando la sua
vita e quella degli scrittori e poeti che ha conosciuto, di tutto il Novecento e
da un punto di osservazione privilegiato che gli consente di produrre una vera
e propria summa degli avvenimenti politico-letterari tra America ed Europa.
Come scrive lo stesso autore:
“rinunciando alla possibilità di ritrarre il mio secolo in forma di romanzo,
qualcosa ho pur sempre ritratto.”
Un libro.
Abbecedario,
di Czeslaw Milosz (Adelphi).
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