Gabriella Montanari è stata capace, in un po’ più di cento pagine, di riassumere il malumore e il dissesto del mondo, la cancrena che passeggia indisturbata nei cuori della gente.
Ci si trova davanti alla fotografia di un universo sfatto e roso da troppe idiosincrasie e da troppi inutili clisteri. Un’analisi dello sfaldarsi del senso che ha qualcosa di troppo amaro, di troppo acido, di troppo violento.
Questa sua nuova poesia è priva di quel qualcosa che prima divagava e discostava dall’assunto per seguire incagli e senescenze del significato per distruggerle.
Qui c’è l’apoteosi di una velenosa invettiva che butta all’aria la compiutezza del risaputo e si affaccia a nuove forme di verità, a nuovi percorsi, a inedite strade che non si sa dove potranno portare, ma che certamente si vedono all’orizzonte e prive delle assuefazioni e dei crismi dei rituali.
È come se la poetessa volesse azzerare il mondo senza però portarlo alla sordità e alla demenza assolute. Dietro le parole, dietro i concetti, le idee, le sensazioni c’è un mortuario albeggiare che srotola le nenie del tempo antico per ricavarne indicazioni, lieviti, comunque avventure nuove dell’anima.
Poesia, altrimenti non saprei dire, della conoscenza, ma non dell’approdo, della conoscenza che permette di valicare il presente e di dare notizia di un futuro che però abbia saputo trainare le essenze del passato attraverso filtri che non siano luoghi comuni o misteriose cabbale.
Sì, “Abbecedario di una ex buona a nulla” mi convince e dimostra che la Montanari non rotola più nell’esibizione delle tue fulminanti intuizioni; adesso le intuizioni sono coltelli acuminati che sanno setacciare la storia e il sociale e portarli alla dimensione della poesia con quel passo deciso e illuminato che appartiene ai Celine, ai Rimbaud, ai Celan, agli Artaud.
È una grande poetessa e non è la prima volta che lo dico, questa volta non soltanto grazie al mio saper vedere oltre, ma perché i testi sono palpiti inimitabili di una condizione che sa essere passata presente e futura e che non è soltanto condizione umana e spirituale, ma anche apertamente “politica” . E quando dico politica penso ad Aristotele e non certo allo squallore a cui assistiamo nei parlamenti europei.
Ecco quel che ho sentito a botta calda leggendo questo libro, “dizionario” prezioso da tenere a portata di mano per evitare di bestemmiare e di maledire, per sentirsi compresi quando monta l’indignazione e si fa tensione umana ed etica.
Written by Dante Maffia
Booktrailer realizzato da Libera il Libro
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