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Abbey Road, poi il nulla. Così sono morti i Beatles

Creato il 05 ottobre 2012 da Nicola Mente

abbey roadIl 26 settembre di quarantatré anni fa nacque un pargolo, e morì una madre. Il 26 settembre del 1969 venne alla luce Abbey Road, l’ultimo vero lavoro dei Beatles. Dopo quella data, i Fab Four cessarono di esistere. Let It Be, il lavoro dell’anno dopo, sancì il tributo finale di una band già virtualmente archiviata alle pagine della Storia, tanto da poterlo definire un album “postumo”. I Beatles chiusero di fatto la loro epopea nell’aristocratico quartiere londinese di St. John’s Wood, dove John e soci registrarono per l’intera carriera, consegnando alla leggenda gli Abbey Road Studios e il relativo passaggio pedonale prospiciente.

Reduci dal White Album, considerato da molti il vero capolavoro psichedelico degli (ex)ragazzi di Liverpool, i Beatles arrivarono alla registrazione di Abbey Road col piglio di chi sapeva che quel viaggio iniziato nell’agosto 1960 tra il Rockabilly del primo tour ad Amburgo, era giunto al capolinea. In mezzo, un sentiero costellato di successi, di record, coperto dagli strilli psicotici delle ragazze e dal frenetico entusiasmo dei ragazzi di tutto il globo. In mezzo, la metamorfosi di una band che fu pioniera della sperimentazione, attraversando senza timore alcuno più e più generi. In mezzo, le esperienze personali dei quattro membri: dai viaggi in India di Harrison che ispirarono Revolver, alla presunta e leggendaria scomparsa di McCartney, dalla carriera cinematografica di Starr , alla crescita di Lennon come personaggio al di fuori della band.

brianepstein

Brian Epstein

Gli attriti erano già evidenti da un paio d’anni: la morte del manager storico Brian Epstein, trovato morto in una stanza d’albergo il 27 agosto 1967, iniziò a creare le piccole crepe in un mondo, quello dei Beatles, che non era più il felice universo dei caschetti, delle facce pulite, e dei riff scanzonati. Gli anni Sessanta stavano chiudendo i battenti, mentre si apriva il sipario su un periodo più aspro e spigoloso: probabilmente, il periodo più florido nella storia del rock. I Beatles si trovarono nel mezzo, con un piede nel passato e uno nel futuro. I “cugini” Rolling Stones, dal canto loro, rimasero immuni a questa ondata di cambiamento. Questo proprio perché, a differenza dei Beatles, Mick Jagger e soci non si avventurarono mai nei labirinti della sperimentazione musicale, e non cercarono mai di essere avanguardia, restando ancorati alla loro tradizione blues. I Beatles invece subirono il colpo, proprio perché se i tempi stavano galoppando verso altre dimensioni, i Fab Four avevano incarnato il ruolo di cavalieri. Venne il White Album, e la direttrice psichedelica abbozzata in Revolver e pasciuta in Sgt. Pepper’s si fece strabordante: questo fu il frutto del misticismo che Harrison diffuse nel resto della band. Le strade intraprese ormai non riguardavano più i Beatles degli anni Sessanta, e forse non riguardavano più il progetto Beatles nella sua interezza.

rooftop Beatles
La “morte lenta”, come la definì Lennon, iniziò lì, in quel 1968, anno spartiacque per eccellenza. Anzi, ad esser più precisi, pochi mesi dopo, in occasione del leggendario Rooftop Concert del gennaio 1969. All’indomani dell’esibizione, al momento di decidere la pubblicazione dei brani nell’album Get Back, nacquero attriti sulla scelta del manager a cui affidare le sorti della Apple, società di proprietà della band. Lennon, Harrison e Starr sponsorizzavano il manager degli Stones, Allen Klein; Mc Cartney invece puntava sullo studio legale Lee Eastman Inc.: la riunione si chiuse con un nulla di fatto, e Get Back non venne mai alla luce.

Nonostante la consapevolezza di esser giunto al termine, Paul McCartney si impegnò a radunare la band per un’ultima, faticosa riunione creativa. Bisognava comunque pubblicare un album, perché i Beatles non avrebbero potuto morire in silenzio. Paul si impegnò molto in studio (celebri sono le centinaia di incisioni vocali di “Oh! Darling”, preparate con largo anticipo rispetto all’inizio dei lavori), nonostante Harrison e Lennon fossero largamente distanti, per motivi differenti, dal progetto.

abbey road
In quel periodo l’impegno politico e sociale di John continuava a lievitare, e i rapporti con il resto del gruppo erano notevolmente cambiati. La compagna di Lennon, Yoko Ono, aveva contribuito ad accelerare questo processo di distacco tra John e gli altri tre. Si dice che la goccia caduta a far traboccare il vaso fu proprio la discussione tra Paul e John sul medley finale nel lato B di Abbey Road. L’idea di unire più pezzi senza soluzione di continuità, voluta da McCartney, fece storcere il naso a Lennon, che non aveva neanche apprezzato totalmente il lavoro di Paul in pre-produzione. Il distacco di Harrison era invece più artistico che concettuale, più suadente e meno esplosivo. Sta di fatto che Abbey Road permise a George di comporre, scrivere e pubblicare Something, un capolavoro che, insieme ad altri pezzi, lo consegnerà nell’Olimpo col suo nome e cognome.

Un album, Abbey Road, che concesse l’ultimo strillo a ciascuno dei membri, quasi come se fosse il lavoro di quattro solisti riuniti per l’occasione. E così Ringo registrò Octopus’s Garden ispirato da un pescatore sardo, mentre John realizzò Come Together e Cold Turkey: il primo pezzo nato durante la campagna elettorale di Timothy Leary (supportato da Lennon) contro Ronald Reagan per la poltrona di Governatore della California; il secondo, uno sfogo in cui urlava al mondo la sua dipendenza da eroina.

Le ultime parole vanno spese per una delle copertine più famose della storia: l’unica, tra quelle dei Beatles, a non riportare nome della band e titolo dell’album. Copertina leggendaria, tra riferimenti dietrologici sulla presunta morte di McCartney, ed incauti passanti consegnati alla leggenda. Come Paul Cole, l’uomo immortalato sulla destra mentre attendeva la moglie fuori da un museo: fino al 96esimo anno di vita, il signor Cole spese il suo tempo a dimostrare a parenti e amici che quel signore era proprio lui. Questo accadde l’8 agosto del 1969. Il successivo 25 settembre, Lennon chiuse le registrazioni con Because, mentre il giorno dopo i Beatles presero per mano il mondo un’ultima volta, e gli fecero attraversare la strada, dal passato al futuro. Per poi cessare di esistere.

(Pubblicato su Gli Altri Online il 26 settembre 2012)



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