Magazine Diario personale

Abbiamo cambiato casa, non cercateci più nella vecchia!

Da Michele Orefice @morefice73

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Si è successo. Maggio è passato. È passato il trasloco, è passato la chiusura di quasi tute le utenze, è passato …. Ora non abitiamo più là. In quella casa siamo rimasti poco, tre anni e 4 mesi. Ricordo…. Novembre 2010. Ero solo qui in Germania e dovevo organizzare il trasferimento della famiglia. Cercavo ogni giorno un a casa da affittare. Il problema è che la volevamo in città , per avere le scuole comode, ma con giardino dato che ci avrebbe seguito anche il cane. Ne avevo viste un paio. Ne avevo fermata una , non in città ma neanche troppo lontano. Un paesino carino, tranquillo, fitto nella norma, giardino, stanze a sufficienza per i tre bimbi e per la quarta in arrivo. Ennesima ricerca su internet e trovo un altro appartamento con foto molto belle del giardino…. Possibile? Al lavoro la tipa dell’agenzia della casa nel paesino mi manda un sms …. Che faccio leggere a un collega dato che di tedesco non ne capivo nulla. E? L’sms dice che purtroppo la casa l’anno affittata…. Caspita , non poteva tornerà tre giorni come le avevo chiesto? Va beh…. Ho l’appuntamento per l’altra casa….. Arrivo puntuale e guidato dal gps, unico modo per orientarmi in quel periodo. Arrivo in fondo a una via chiusa, già chiusa da un fiumi. Il paesaggio è bellissimo , vicino al fiume corre un viale pedonale. È novembre ma non fa freddo, c’è gente che corre o che passeggia in bici su questa via che imbocco. Dopo qualche metro arrivo al numero che cercavo. Caspita! La casa da direttamente sul fiume, sulla pista ciclabile. Un tipo è fermo in macchina davanti alla stessa, mi affaccio e ne esce: è dell’agenzia per farmi vedere la casa. Entriamo. È completamente vuota, sul soffitto ci saranno in tutto 3 lampadine. Sul davanti dal sul fiume con una vista bellissima e dietro sul giardino molto grande. La casa in sé è vecchiotta, ha alle pareti carta da parati di dubbio gusto. Il conto delle stanze non torna ma forse… Trasformando quello che è uno studio in una camera da letto… Forse ci stiamo… Più di tre anni sono passati da quando entrammo. Poi a organizzare il trasloco dall’Italia, uscire dal lavoro per andare all’Ikea , prendere qualche pezzo e poi andarlo a montare finché non mi veniva sonno. Quella casa, quell’appartamento che bloccai al venditore subito, visto che la casa prima l’avevo persa nel giro di due giorni. Quella casa che…. Che quando Virginia si ammalò era a dieci minuti a piedi dal suo ospedale. E allora viene alla mente quel tragitto. Quel tragitto tra ospedale e casa che abbiamo fatto tante volte. Con lei sulle spalle quando. Stava ancora abbastanza bene. Con lei in passeggino caricato del dosatore di morfina e lo strumento che le misurava i battiti del cuore. Già… Anche in quel tragitto così breve ogni tanto le si fermava il cuore , lo strumento fischiava, noi la scuotevamo e il cuore riprendeva a battere. Dio ci aveva messo là per la tragedia che ci avrebbe cambiato la vita per sempre. Dio ci aveva contornato di un fiume, la Mosella, un fiume che scorreva lento da millenni forse, che incurante di quello che a noi capitava avrebbe ed ha fatto il suo corso. Dio ci ha voluto bene e ha curato tutti i dettagli per farci capire quanto ci ama.

E adesso. Adesso quell’appartamento è tornato vuoto, tornato con tre lampadine ad aspettare che qualcuno lo affitti. Intanto la Mosella scorre, come da sempre. Noi abbiamo lasciato lì il nostro cuore. Nel nostro spirito saranno scolpiti per sempre quei tramonti bellissimi sulla Mosella, con i cigni che arrivavano planando sull’acqua e la nostra bimba che si spegneva, che dava la sua vita terrena per noi, per noi testoni impegnati in questo mondo fatto di cose vuote, di cose che non restano che un momento. Grazie Virginia.

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