La questione è molto strana per almeno due ordini di motivi.
Il primo ordine è che da anni e anni, da sempre, utilizziamo contenuti di proprietà di Repubblica (e di altri gruppi editoriali) funzionali alla nostra narrazione (tra l'altro esclusivamente no profit) e al dibattito che vogliamo aprire. E' la prima volta, benché questa pratica vada avanti da anni, che Repubblica ha qualcosa da ridire. Non è strano?
Il secondo motivo che rende tutto molto curioso è che Repubblica (e altri gruppi editoriali) preleva continuamente contenuti originali prodotti da noi e dai nostri lettori. Con una frequenza che in alcuni momento diventa quotidiana. Talvolta citando la fonte, talaltra no. Quasi mai chiedendo il permesso. Il tutto a vantaggio di una narrazione che, invece, è tassativamente - e legittimamente - profit. I legali del Gruppo Espresso possono chiedere alla Redazione della Cronaca di Roma e avranno le loro conferme.La lettera di diffida non si preoccupa soltanto della pubblicazione di materiale di proprietà del Gruppo Espresso con pregiudizio dei "diritti di sfruttamento economico", ma anche del "linguaggio sconveniente" dei commenti. Insomma Repubblica mette 6 pagine per attaccare in maniera virulenta e ingiusta tutto un movimento civico spontaneo nato in questi anni che rappresenta l'unico esempio straordinariamente positivo di cittadinanza in Italia, ma questo attacco non può essere criticato sennò giù minacce di risarcimenti a chi soldi per risarcire non ne può avere.
Avremmo voluto pubblicare la lettera di diffida, ma da Repubblica ci hanno diffidato dal pubblicare la diffida. Sembra uno scioglilingua ma è vero. Magari ci diffideranno anche a togliere questo articolo in cui vi raccontiamo semplicemente che l'abbiamo ricevuta, la diffida.
Ad ogni modo che i piccoli paladini dell'illegalità, delle occupazioni, delle case sottratte a chi ne ha davvero bisogno per sistemare "gli amichetti", delle palestre illegali, dei centri sociali, dell'impegno civile visto come minaccia per lo status quo, degli scarabocchi sui muri, delle affissioni abusive vengano difesi da fior di avvocati di un mega gruppo editoriale da 650 milioni di fatturato in nome del diritto d'autore è così divertente e emblematico che con enorme piacere abbiamo tolto i contenuti dalle nostre pagine come intimatoci!
Chi - ancora troppo pochi tra voi, beninteso - ha le armi intellettuali per riflettere su questa storia, ne avrà molto da ricavare.