Abbiamo intervistato Francesco Clementi, responsabile naz. dello staff di Renzi per le politiche istituzionali.

Creato il 29 novembre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

Francesco Clementi, professore associato di Diritto pubblico comparato all’Università di Perugia e membro dello staff nazionale di Matteo Renzi come responsabile delle politiche istituzionali, ha rilasciato un’intervista a TheTweeterNews.

Memori del dibattito che ieri ha visto in scena Renzi e Bersani, abbiamo cercato di porre delle domande alle quali i candidati non avessero già dato esaurienti risposte.

GIUSTIZIA

Nigrelli: ritiene giusto che i magistrati si distinguano tra loro solo per “diversità di funzioni”, come vuole l’art. 107 della Costituzione? È giusto che tutti i magistrati vengano pagati esattamente allo stesso modo, e facciano carriera solo per anzianità? Siete favorevoli a una modifica dell’art. 107?

Clementi: Uno dei più grossi blocchi alla nostra economia è il sistema giustizia. Va riformato, e tra le riforme necessarie vi sono quelle che toccano il rito processuale, soprattutto il fatto che il sistema prevede una moltiplicazione e diversificazione dei riti. Dobbiamo semplificare i riti e rendere possibile una specializzazione migliore dei magistrati. Grande carico di queste riforme deve essere preso non soltanto dal parlamento ma anche dal Csm. La magistratura è stata incapace di espungere tutte quelle che noi chiameremmo mele marce, se si parlasse di parlamento, incapace di essere sentinella e faro di un cambiamento all’interno della stessa magistratura. Dobbiamo rafforzare la magistratura, aumentare il numero dei magistrati ma migliorare il controllo sugli stessi, attraverso ovviamente l’organo del Csm. Dobbiamo dimostrare che la giustizia è una cosa di tutti. Parliamo spesso di grandi pratiche di semplificazione, penso al caso di Torino come esempio virtuoso, ma anche a Trento e Bolzano. Vi sono dei casi che noi dovremmo prendere ed estendere.

MOVIMENTI DI INDIPENDENZA

Nigrelli: I movimenti di indipendenza europei, checché ne dica Repubblica, sono usciti rinvigoriti dai risultati catalani. Come gestirebbe un governo Renzi le spinte indipendentiste come quella del Veneto? I veneti hanno diritto alla secessione? Un governo Renzi rispetterebbe la volontà di indipendenza del Veneto?

Clementi: il tema dell’indipendenza è una parte importante all’interno dell’argomento “democrazie difficili”. Il problema dell’indipendenza nel nostro ordinamento ai miei occhi non si pone a causa di una sovranità nazionale che non c’è più nei fatti, all’interno del processo di unificazione europea. La risposta non la deve dare Roma o lo Stato italiano ma soprattutto l’UE attraverso lo Stato italiano. Credo che chi parla di secessione voglia semplicemente avere più responsabilità nel fisco, nella burocrazia e in quelle che sono le tradizioni civiche. E’ possibile un modello poliarchico, una rilettura del 114? Penso di sì. Dentro questo contesto dobbiamo parlare del problema delle autonomie speciali e di quelle non speciali. Se l’autonomia serve per assumere 22.000 forestali inutili, allora vi è, più che un’assunzione di responsabilità, un’abuso dell’autonomia. La specialità di una regione è un aumento delle responsabilità, non una sottrazione.

BERSANI E L’APPOGGIO DI VENDOLA E DELLA CAMUSSO

Nigrelli: Vendola ha scritto su Twitter che voterebbe Bersani, di fatto indirizzando i voti vendoliani verso Bersani, Berlusconi ha fatto gli auguri a Renzi. Ritiene un possibile bacino di voti alternativo il Pdl?

Clementi: Parto da un assunto, che l’abito non fa il monaco. Le persone votanti vanno pensate come raziocinanti e non all’interno di uno schema ideologico. Non si vota per fede ma sui programmi. Sogno un sistema che permetta ai vendoliani di votare domani per Berlusconi, per quanto assurdo possa sembrare, se sono convinti che la proposta politica sia valida. Ovviamente un proposta del genere fatta da Berlusconi non sarebbe credibile e questo non non accadrà. L’elettore viene prima di qualsiasi appartenenza ideologica, prima di qualsiasi strumento di utilizzo del consenso. Il votare è funzionale ai problemi del paese non alle ideologie. L’endorsement di Vendola dimostra quanto Vendola sia ideologico e quanto pensi che i suoi elettori siano delle pecore che seguono un pastore.

Nigrelli: l’appoggio a Bersani è una cosa che ha fatto anche la Camusso.

Clementi: a maggior ragione. La Camusso ha fatto una cosa peggiore. La Camusso ha un ruolo istituzionale, se fosse stata un dirigente di un partito avrei potuto capire, senza condividere, ma capire, il gesto. Quello che non capisco è che chi ha un ruolo istituzionale  renda partecipe la base a urne aperte di quello che lei ritiene il candidato giusto. La Camusso non ha danneggiato Renzi, ha danneggiato se stessa, perché si è dichiarata fedelissima di Bersani e soprattutto ai membri della CGIL che in Umbria, nelle Marche e in Toscana hanno votato Renzi. La Camusso avrà dei problemi al suo congresso perché si è dimostrata una persona di parte e non di tutti. Il fatto che la Camusso confonde partito e sindacato indica che anche lei in qualche modo si dimostra inadeguata al ruolo che ricopre.

FERMARE IL DECLINO E OSCAR GIANNINO

Nigrelli: da aderente di Fid so bene che Renzi piace a Oscar Giannino. E’ qualcosa di reciproco, o vengono percepiti come i complimenti di Briatore a Landini?

Clementi: mi faccia fare una battuta; se fossi Oscar Giannino vi querelerei per questo paragone. Scherzi a parte, noi riteniamo l’esperienza di Fermare il Declino, come quella di altri movimenti che interpretano i problemi della politica con razionalità e senza ideologia, una delle migliori risposte per far crescere questo paese. Abbiamo moltissimo punti di contatto con Fermare il Declino. Stiamo tutti cercando di uscire dalle secche del Muro di Berlino, quello a cui ancora legati gli approcci ideologici.

FINANZIAMENTI ALLE TESTATE

Nigrelli: una domanda da blogger che parla sempre male dei giornalisti tesserati. Come si pone Renzi nei confronti dei finanziamenti pubblici alle testate?

Clementi: a cosa servono i soldi pubblici? A far crescere la democrazia. Non ritengo che il sostegno economico alle testate sia il modo migliore per far crescere la testata. Le parole chiave sono mercato, concorrenza e regole. Il processo deve essere graduale, perché si deve creare un regime di concorrenza che al momento non c’è. L’obbiettivo è però creare un sistema di mercato in cui i media siano liberi e trasparenti.

TRASPARENZA DELLE PRIMARIE

Nigrelli (A registratore più o meno spento; nel senso che ho sbagliato tasto quando volevo spegnerlo ed è rimasto acceso…): Una domanda a margine… Io faccio parte di quelli che non è andato al primo turno, andrà al secondo e voterà Renzi. C’è ancora speranza?

Clementi: Sì, sì, cioè, ehi, in che senso c’è ancora speranza? Guarda che il distacco vero è poco. Domenica vedrai che ci organizzeremo perché non ci siano dubbi sulla trasparenza delle primarie.

Nigrelli: Grazie per la disponibilità.

Clementi: Di niente arrivederci.

Vittorio Nigrelli



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