Non capita spesso di vedere il futuro con i propri occhi. Ma, all'ultimo E3, ciò era possibile, grazie al visore di realtà virtuale Oculus Rift, finalmente disponibile nella sua versione CV1, ossia quella che sarà immessa sul commercio all'inizio del 2016. Potete fidarvi di noi: quando indosserete la CV1, nulla sarà più come prima, e tutto il resto vi sembrerà dannatamente limitato. Abbiamo quindi riportato le nostre impressioni, che dipingono un quadro di un device all'avanguardia e che ha subito continui miglioramenti, fino ad arrivare a uno stadio di rifinitura che lo rende pronto per l'immissione sul mercato.
Una delle feature più prominenti della CV1 è il tracciamento della posizione dell'utente. Questa era già presente nel device a partire da Crystal Cove, ma ora è stata ulteriormente rifinita, aumentando in maniera notevole il FOV. Durante la demo, la telecamera deputata al tracking era posta al livello dello sguardo del giocatore. Lo spazio della demo era di 3×3 metri, mentre l'area tracciata era a quattro passi a partire del centro, leggermente più ampia rispetto al DK2 e Crescent Bay. Abbiamo notato inoltre che il tracking funzionava in maniera molto più fluida, soprattutto per quanto riguarda le estremità dell'area. Un'altra funzionalità interessante era che, una volta fuoriusciti dall'area del tracking, appariva sullo schermo un avvertimento; un dettaglio importante è che la visuale, rispetto al passato, una volta perso il tracking non si disorientava nel tentativo di recuperare il segnale della telecamera, non causando così l'effetto nausea.
Come abbiamo già detto in apertura, la CV1 è qualcosa che non avete mai sperimentato nella vostra vita. Grazie a una combinazione di design e perizia ingegneristica, il device è molto più confortevole rispetto alle sue precedenti incarnazioni, il che ha un impatto molto profondo sull'immersione e sulla sensazione di presenza. Non è un caso quindi che la compagnia abbia investito molte risorse per quanto riguarda l'ergonomia dell'HMD. La prima cosa di cui vi renderete conto, soprattutto se avete già provato altri device come Crescent Bay, è la leggerezza della CV1: si parla di 200-300 grammi, contro i 400 del DK2. Indossandola non si avverte più la sensazione di avere un pesante casco sulla testa e non fatichiamo a credere che potrà essere sostenuto senza problemi anche durante sessioni di gioco prolungate. Un'altra novità rispetto ai precedenti modelli è che ora potrete tranquillamente portare gli occhiali durante le sessioni con il Rift; il risultato è piuttosto confortevole, e gli occhiali non toccano mai sulle lenti del visore.
Per quanto riguarda il display, anche in questo caso abbiamo un netto e visibile miglioramento rispetto al Crescent Bay. Si parla di una risoluzione di 2160×1200, il 25% di pixel in più rispetto al DK2. Ora l'immagine sembra molto più chiara e nitida; non solo, i neri ora si vedono in maniera molto più marcata, il che torna particolarmente utile per esempio nelle applicazioni a stampo horror. Allo stesso tempo, anche i colori erano molto più vividi e luminosi. Una delle novità più clamorose, tuttavia, era la mancanza del cosiddetto "screen door effect", presente nelle precedenti iterazioni, che fastidiosamente si traduceva in una sorta di reticolato applicato a tutte le immagini, spezzando l'immersione. Ora, vi sembrerà invece di guardare in un vero e proprio mondo alternativo, il che ha degli effetti molto potenti sul fattore immersione. Aiuta molto in questo senso anche la mancanza di alcun lag: i giochi girano a 90Hz, con un miglioramento del 20% rispetto al DK2. L'eliminazione della latenza incide anche in maniera molto evidente sulla motion sickness, mai avvertita durante la prova del visore. Inoltre, quando girerete la testa non si verificherà il fastidioso effetto cosiddetto "screen warp", ossia la sovrapposizione appena impercettibile di una scena quando si sposta la telecamera. Le lenti sono state significativamente migliorate, risultando in uno "sweet spot" più ampio e nell'assenza dell'aberrazione cromatica. Infine, un'altra gradita novità è la leggibilità dei testi e delle interfacce, ora molto più leggibili grazie alle capacità migliorate dello schermo.
Anche a livello di software, la CV1 conteneva una novità piuttosto interessante. Stiamo parlando di Oculus Home, una dashboard che accoglierà i giocatori una volta indossato il visore. L'interfaccia simula una stanza virtuale, sulla quale apparirà in sovrimpressione un menu. Le opzioni fluttueranno di fronte a voi, e potrete selezionarle usando lo sguardo e il controller. Da qui potrete inoltre selezionare anche le singole esperienze. Oculus Home, di cui avevamo già potuto sperimentare un prototipo su Gear VR, è esattamente quello che ci saremmo aspettati, ma svolge egregiamente il suo dovere, riprendendo il meglio delle dashboard già presenti sulle console (PlayStation 4 e Xbox One) e rivisitandole alla luce della realtà virtuale.
VERDETTO FINALENon abbiamo timore nel dire che Oculus Rift CV1 è l'esperienza in realtà virtuale più sconvolgente che possiate mai provare. In questi anni abbiamo assistito alla rapida evoluzione di questo HMD, e la differenza tra il DK1 e il CV1 può essere considerata a tutti gli effetti un balzo quantico: non potete avere idea di quanto lo stacco sia netto finché non lo provate. Oculus Rift CV1 dimostra che la compagnia padroneggia il medium della realtà virtuale più di ogni altro produttore presente sul mercato. Se fino a qualche mese fa sembrava impossibile risolvere problemi come la latenza, oggi Oculus ci è riuscita, creando un visore completamente avvolgente e immersivo. È chiaro che la presenza di un genio come John Carmack alla direzione del progetto ha fatto sì che tutti i limiti del progetto venissero superati, e che ora abbiamo un visore pronto per essere immesso sul mercato. Per citare Ogni maledetta domenica, quella di Oculus Rift è stata una lotta per i centimetri, dove questi corrispondevano ai millisecondi di latenza, ora non più avvertibile. Non c'è Vive o Morpheus che tenga: Oculus Rift CV1 rappresenta un nuovo modo di giocare, ed è qui, senza dubbio, per restare.