Abbiamo ripetuto fino all’ossessione che la “moneta” ha una caratteristica un po’ singolare, produce effetti positivi, per il Paese che la utilizza, se è sottovalutata, ed ovviamente negativi se sopravalutata.
A ben vedere non è poi una cosa così anomala, possiamo vedere il mercato delle valute un po’ come una sorta di meccanismo che funzione alla maniera dei “vasi comunicanti” con una differenza, però, estremamente importante, e cioè che mentre il principio dei vasi comunicanti si blocca nel momento in cui viene raggiunta una situazione di equilibrio, per le monete la situazione di equilibrio si ha solo “istantaneamente”, ciò significa che non si ottiene mai perché varia ad ogni istante, quindi è un continuo fluttuare.
E nel suo andamento altalenante sta la “correttezza” del mercato, quando invece si va ad inibire forzatamente questa fluttuazione, cristallizzando una situazione, gli effetti, a lungo andare sono esplosivi e devastanti.
Un mercato valutario non è “giusto” in assoluto, ma funziona bene, ed in maniera corretta, quando non viene imbrigliato. I tassi di cambio che si determinano continueranno ad oscillare al di sopra ed al di sotto del valore “teoricamente” corretto, ma l’uomo non solo pecca di presunzione nel voler ancorare un cambio al valore teoricamente corretto (che nessuno conosce), ma crea in tal modo un errore sistematico proprio perché quel valore varia nel continuo, non è statico.
Vedete, si è fatto un gran parlare, anche fra economisti di fama, se, ad esempio, il tasso di cambio della lira nei confronti dell’euro (1.936,27) fosse stato eccessivamente penalizzante per il nostro Paese, alcuni ritengono che fosse lo scotto che l’Italia ha dovuto pagare per entrare nell’euro pur non avendo i conti “in ordine”.
Orbene, per quanto appena detto, questa è una discussione non solo sterile, ma assolutamente inutile ed insignificante.
Poteva essere il cambio “giusto” oppure essere sopravalutato o ancora sottovalutato, non è quello quel che conta, ciò che importa è che ha cristallizzato una situazione che, giusta o sbagliata che fosse, sarebbe comunque variata continuamente.
Perché i Paesi che utilizzano l’euro hanno economie diverse, sistemi fiscali diversi e soprattutto tassi di crescita diversi, però? Però utilizzano la stessa moneta e quindi, fra di loro, hanno cambi fissi!!!
Questo non può durare perché il tasso di cambio è la valvola che regola e mette in sicurezza il mercato, se mettiamo fuori uso questa valvola gli effetti saranno esplosivi e devastanti.
A tal proposito c’è una similitudine che potremmo definire illuminante.
Avete presente uno scaldabagno? Ebbene, come sapete è fornito di una valvola di sicurezza che entra in funzione qualora, per un qualche malfunzionamento, l’acqua al suo interno dovesse cominciare a bollire. Il vapore creato dall’ebollizione, che ovviamente si espande, deve trovare uno sfogo e disperdersi nell’aria.
Ebbene ora, con un bullone stringete quella valvola al punto che da lì non possa uscire il vapore e fate bollire l’acqua all’interno dello scaldabagno, che succede?
Ovviamente all’interno la pressione comincia a salire, da fuori, però, non ci accorgiamo di nulla. Chi ha studiato fisica, tuttavia, sa che quando all’interno la pressione raggiungerà livelli insostenibili lo scaldabagno letteralmente esploderà, l’ignorante, invece, non si rende conto del pericolo incombente.
Ora fate attenzione, proseguo con la similitudine, siamo ai giorni nostri. Gli studiosi di fisica (gli euroscettici), sapendo della pericolosità per quanto sta accadendo all’interno dello scaldabagno mettono in guardia coloro che hanno “stretto” quella valvola di sicurezza. Questi ultimi, ossia gli ignoranti (gli eurocrati), però, sapete come rispondono?
Dicono che lo scaldabagno è lì, bene in vista, e non ci sono segnali di pericolo, ma, aggiungono (e questo è l’aspetto fondamentale del problema) che nel costruirlo non hanno badato a spese utilizzando i materiali più robusti e resistenti, e, quindi, mai esploderà.
Dimostrando così, se ce ne fosse stato ancora bisogno, che sono effettivamente ignoranti (o al limite criminali), perché non sanno che per quanto nella costruzione dello scaldabagno siano state utilizzate leghe di metalli particolarmente robuste, la pressione che si genera al suo interno raggiungerà un livello tale che lo farà comunque esplodere, con conseguenze inimmaginabili.
La sola cosa da fare, quindi, proseguendo nell’esempio, è di svitare quel bullone che al momento chiude la valvola di sicurezza, certo, la pressione che si è generata all’interno dello scaldabagno è già tale che anche questa operazione non è priva di rischi.
Appena la valvola di sicurezza riprenderà a funzionare, infatti, il vapore imprigionato all’interno uscirà con una pressione incredibile, quindi dovremo porre la massima attenzione, ma eviteremo i ben più devastanti effetti di una esplosione che, altrimenti, sarebbe inevitabile.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro