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Abbiamo sogni un po’ schifati al momento

Creato il 22 marzo 2015 da Leggere A Colori @leggereacolori

Stacchiamo ogni giorno biglietti di sola andata, a volte biglietti con la destinazione sbiadita illeggibile. Ma è la vita, la vita è un rischio calcolato fin dalla nascita, piena di dati di fatto da prendere, appunto, già fatti. Dalla A alla Z, non manca niente, come gli integratori in polvere nelle farmacie. Lo sappiamo, ci lamentiamo, ingoiamo, andiamo avanti.

E invece, dalle persone ci aspettiamo sempre qualcosa, qualcosa come certezze, risposte, segni di vita, indirizzi su bigliettini, chiamate, una cena, un cattivo gioco a bel viso. Forse sperando che possano essere destinazioni. Forse. Forse hai scambiato il binario con il treno, il flash con una giornata di sole, me con una capitale a piacere nel paese dei balocchi che “vissero felici e contenti”. Ma come sei scostante, irraggiungibile quanto necessario, come sei crudele quando ignori i segnali di fumo delle sigarette che spengo da te in cucina, dici.

Chiara, ti tocco senza più guardarti come quando scrivo con la tastiera del computer. Non ti chiamo più con i diminutivi. Ho messo una segreteria per rispondere alle tue chiamate di aiuto. Cosa provo? Non ci provo nemmeno. Non cerco collisioni, non pretendo movimenti del bacino convinti, non cerco nostri particolari negli angoli della mente. Chiara, che bel nome per la tua pelle. Vendo parole per campare, lo sai, non chiedermi di farle esplodere in viaggi disperati nella tua vita che poi diventano odissee, altri schiaffi, altri “guarda che non mi basta”.

- Ma tu che sogni hai?

Che domande mi fai. Guardami. Guardati. Abbiamo sogni un po’ schifati al momento. No? Quello che ci vendiamo è fatto per dare senso a questa televendita, e dai chiamami al numero in sovrimpressione, ma solo cinque minuti. Prima o poi la vita ti fa andare al sodo, ti ci paga il biglietto. Quel giorno, Chiara, conterò i coriandoli del mio stomaco rimpiangendo te, bella di cuore. Bella di fatto. Dalla A alla Z.

Ti bagni le labbra  e cerchi il modo di convincermi che non sono ancora da buttare, di farmi un discorso sulla direzione da prendere. Esplodono i seni, esplodono gli occhi, esplode il cuore, l’ordine non è questo, sembra che io noti solo quello che mi pare. Penso che se mi ammazzassi non cambierebbe nulla e che se invece piangessi sul mare almeno qualcuno si chiederebbe cosa cazzo sono queste nuove alte maree. Penso che sulla speranza c’ è scritto “chi tocca muore” ma è una supposizione, non la conosco di persona. Speranza, che bel nome per la nostra prossima vita.



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