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Abercrombie in the box.

Da Iaota

Nel talent show per stilisti emergenti, Project Runway, Heidi Klum dice sempre: “nella moda, un giorno sei in e l’altro sei out“, concordiamo che sicuramente questa sua frase non verrà ricordata per secoli come molte citazioni di Oscar Wilde, ma non è completamente errata. Il “caso” Abercrombie ne è una dimostrazione palese. La famosa griffe d’oltre oceano sta per chiudere 180 negozi negli Stati Uniti e si vocifera che sia perché i social network spingono gli adolescenti a sviluppare la loro personalità ed individualità.

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Per quanto io sia affascinata dal mondo del web, non posso certo dire che Facebook spinge i suoi utenti a rafforzare la loro personalita, anzi, forse da loro modo di omologarsi ancora di più. Basta pensare alle foto profilo che girano su questi network, apena vediamo una foto che ci piace, magari inconsciamente, cerchiamo d’imitarla e questa caratteristica è amplificata tra gli adolescenti. Quindi dov’è l’individualità?

Il vero motivo per cui Abercrombie inizia a tremare è che non è riuscito, come dicono gli anglosassoni, a “think outside the box” (traduzione: pensare fuori dagli schemi). Abercrombie pensava di aver trovato la formula per il successo e così è rimasto nella sua ‘comfort zone‘ e non ha provato a proporre qualcosa di nuovo. Ha continuato a proporre felpe e magliette con il suo logo e non ha pensato che quel trend dopo un po’ sarebbe diventato ripetitivo e monotono.

La moda è stata creata per far sentire le persone a proprio agio e sentirsi accettati, ma questo non significa che i consumatori non si stancheranno mai di acquistare sempre indumenti che sono pressochè tutti uguali tra loro. Un’azienda non ha un calo del 10% delle vendite perché i suoi clienti cercano l’unicità, ma perché questa non riesce più a soddisfare i suoi clienti crescendo ed evolvendo con loro e con i trend del momento.


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