Abitare l’assenza
dove la terra è pietra
pinnacolo o lastra
abitare un cubo di vetro
sentendomi nuda a volte
trasparente più spesso
abitare la rupe, il leccio
cave di parole urlanti
e scavarsi una tana
trasvolare, disorientata rondine
tempeste di sale, ostacoli e nebbie
e pensare lanterne arancio
palle di luce in carta di riso, note
salienti in trasverso ai cieli -
dita in salire di spruzzi, sul brivido-corpo
morbidezze di ritmi blu -
vivere il palazzo dei suoni, che distilla
amaro purissimo in veste
d’amaranto ritroso