Certe volte, mi domando se Grillo pensi prima di parlare e se soprattutto colleghi la tastiera al cervello. La risposta al mio interrogativo, giorno dopo giorno, diventa innegabilmente sempre più ovvia e scontata, tanto da spingere molti all’uso improprio della giustifica: “Li sento tutti indignarsi per un fotomontaggio. Sono gli stessi che cantavano “Bella Ciao” mentre regalavano 7 miliardi e mezzo alle banche.” – Cinguettio di Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati. Giustificare, caro Di Maio, non aiuta a migliorare e tantomeno a migliorarsi, anzi aggrava la situazione, e questo si denota dal fatto che Grillo continua imperterrito, mese dopo mese, a deliziarci con vari e sconcertanti post.
Abolire, se l’italiano non mi inganna, vuol dire eliminare o sopprimere un qualcosa. “#AbolirEquitalia”, di conseguenza, vorrà dire sopprimere la società incaricata dallo Stato della riscossione dei tributi su tutto il territorio (eccetto la Sicilia). Avete idea di cosa potrebbe scatenare una simile proposta? Personalmente, da quel che posso evincere contenutisticamente dal post di Beppe Grillo, credo che in Italia, da un punto di vista della tassazione e della riscossione, regnerebbe l’anarchia. Inoltre, vi siete chiesti che fine faranno i dipendenti impiegati in questa società? Quanto costerà, in termini economici e di impiego, una simile abolizione?
Equitalia, indubbiamente, può e deve essere criticata per gli aggi di riscossione che si sommano ai tassi di interesse molto elevati che fanno lievitare i costi, rendono obiettivamente impossibile, il pagamento da parte di quei soggetti che si trovano in una situazione economica non agiata. Equitalia non è l’acqua santa ma, certamente, nemmeno il diavolo!
Alla luce di ciò che ho scritto, rivalutereste l’idea di abolire Equitalia? Non sarebbe meglio riformarla più che abolirla? La riforma di Equitalia annullerebbe la moltitudine di disagi che l’abolizione potrebbe scatenare e riuscirebbe, in molto più breve tempo, a dare una concreta risposta ai bisogni degli italiani.
Ps. Dopo l’hashtag #unovaleuno, smentito tra l’altro dai fatti e inconcepibile da un punto di vista meritocratico, il suddetto hashtag entra di diritto nel podio nei tag twitter più populisti e demagoghi di sempre.