Di tante leggi inutili che il Parlamento italiano produce a modifica o integrazione di norme già esistenti che vanno a complicare la vita dei cittadini e ad arricchire gli studi legali, ne servirebbe soltanto una, semplice semplice, facile facile, ma indispensabile, per mettere un po’ di chiarezza nel sistema universitario e nel mondo del lavoro,
specie dopo l’introduzione delle lauree brevi: l’abolizione del titolo di Dottore. Tramontati i titoli nobiliari concessi fino a quando c’era il re d’Italia, svalutato dai ben noti bunga-bunga quello di “cavaliere”, assai più raro ma con tocchi a volte di ridicolo quello di “commendatore”, il “dottore” restava, fino a ieri, l’unico sistema per distinguersi dalla massa. Ma dopo il 3+2 universitario, i laureifici on-line e il dottore-triennale quel titolo è diventato l'emblema di una scuola ridicola a tal punto che oggi farsi chiamare "Dottore" non è più un titolo “di rispetto”, ma un sottile sfottò. Quindi basta. Il Titolo di dottore va abolito! Ovvero, ti laurei in Architettura? Allora sei un architetto, punto e basta. Ti laurei in Sociologia e sei un sociologo. Ti laurei in Ingegneria e sei un ingegnere. E così via. Basta con questi dottori che pullulano ovunque e che quando vai in un Ministero dove sono tutti dottori ti sembra di stare in un ospedale, e che quando, invece, ti rechi in un Pronto Soccorso non sai più chi sono i medici e chi gli infermieri! Solo i medici sono dottori, e vanno chiamati come tali, chi si laurea in Scienze infermieristiche è un infermiere, punto e basta. Così avviene in tutta Europa. Ma qui siamo in Italia e dalla Ue prendiamo solo il peggio: profughi e tasse!