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Abolizione del 25 aprile, DDL intercettazioni e norma ammazza-blog: il colpo di coda del regime berlusconiano

Da Candidonews @Candidonews

Abolizione del 25 aprile, DDL intercettazioni e norma ammazza-blog: il colpo di coda del regime berlusconiano

25 aprile, intercettazioni e norma ammazza-blog. Il regime berlusconiano, abbandonato da tutti i poteri forti, prima del tramonto prova a fare danni irreparabili alla Memoria ed alla Libertà di Informazione.

Serve la massima pressione mediatica di tutte le istituzioni democratiche, di tutti i settori sociali e civili, per evitare che il crepuscolo berlusconiano si trasformi nell’alba di un regime autoritario.

Il 25 aprile di nuovo nel mirino
Il governo: “Sostituiamolo con il 18″

L’esecutivo  ha accolto la “raccomandazione” di un parlamentare Pdl per sostituire alla celebrazione della Liberazione quella delle prime elezioni politiche vinte dalla Dc. Il presidente del’Anpi, Smuraglia: “Una provocazione e una follia”. Insorge l’opposizione: “Vile e inutile”

DDL Intercettazioni, nuova legge Bavaglio

Curzio Maltese:

I magistrati non stavano indagando né il premier né le sue aziende. Sono partiti da molto lontano, almeno in teoria, da traffici di droga e prostitute, e si sono imbattuti nella voce di Berlusconi durante le intercettazioni di delinquenti comuni.

Questa banale considerazione non impedirà ai servi giornalisti e politici del Cavaliere di ripetere a ogni occasione la solita tiritera del complotto, come fanno da vent’anni. Tarantini non è certo l’unico in Italia a essere pagato per mentire. Ma forse può impedire che intorno a un pretesto tanto esile si scateni in Parlamento l’ennesima e stavolta rovinosa corsa alla più squallida delle leggi ad personam, quella sulle intercettazioni. Una specie di condono tombale per un’infinità di indagini, anche molto serie e gravi, soltanto per garantire l’impunità al premier e ai suoi compagni di merende.

Legge AMMAZZABLOG

Senza entrare nel merito della questione intercettazioni, è bene ricordare che questo disegno di legge contiene anche una norma definita fuori dal palazzo come “ammazza-blog“. Nel testo si legge infatti che ogni gestore di sito ha l’obbligo di rettifica sui contenuti pubblicati sulla base di una semplice richiesta effettuata dai soggetti che si ritengono lesi nella reputazione o considerano i testi non veritieri.

“Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, riporta il comma 28 dell’articolo 1 del DDL. La norma non prevede la possibilità di replica e per di più sanziona la mancata rettifica fino a 12mila euro.
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Il rischio però oggi è ancora più grande perché il Governo sembrerebbe essere orientato a porre la fiducia per accelerare i tempi, e quindi escludere la possibilità di emendamenti – ovvero correzioni del testo. Per di più dato che il tema del contendere sono le intercettazioni, la questione dell’informazione online potrebbe essere totalmente trascurata.

“Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori  non professionali di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione – se non di minaccia – per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario”, ribadisce l’esperto in diritto IT Guido Scorza su Il Fatto Quotidiano.


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