Che le resistenze alla cancellazione delle province non seguano confini partitici, è dimostrato dalla posizione del presidente dell' Upi (Unione Province italiane) per il Friuli Venezia Giulia, Enrico Gherghetta, esponente del Partito democratico e attuale presidente della provincia di Gorizia. In una dichiarazione pubblicata sul sito Triesteallnews, Gherghetta afferma che «conti alla mano chiudere o accorpare le Province costerà di più in termini di euro e di confusione istituzionale: chi dice diversamente non sa di cosa parla». Gherghetta punta il dito sulla debolezza della politica di fronte al potere fuori controllo del sistema bancario, sostenendo che, di fronte a questo deficit di democrazia, «le Autonomie sono gli anticorpi» (sono le stesse idee che Gherghetta espone diffusamente in uno scritto, intitolato "Appunti isontini", pubblicato sul suo sito personale). Nel Pd, come informa un articolo de Il Messaggero Veneto, le idee sono diverse. Il segretario-candidato per la presidenza della Regione, Serracchiani, "sembra" sia per l'abolizione. In una dichiarazione rilasciata il 21 luglio scorso all'agenzia Asca, l'eurodeputato ha proposto che le funzioni intercomunali siano attribuite ai cosiddetti "mandamenti", aree territoriali riferite ad una popolazione tra i 23 e i 30 mila abitanti. Fin qui, per come la penso io, tutto bene. Nel finale di dichiarazione, ecco rispuntare la parziale retromarcia, quando la Serracchiani non parla più di abolizione, ma di "ridimensionamento" delle province, proponendo sul tema un referendum consultivo. Sul referendum, nessun problema: se la classe politica non ha la forza di risolvere una questione che la divide, il ricorso ad una consultazione diretta può essere una via d'uscita. Il problema è sul termine "ridimensionamento": il dubbio è che, facendo uscire le province dalla porta, queste possano rientrare dalla finestra, magari anche moltiplicate (la provincia di Pordenone, ad esempio, ne conta cinque: Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Maniago e San Vito al Tagliamento).
Abolizione delle Province: le incertezze nel Partito democratico del Friuli Venezia Giulia
Creato il 27 luglio 2012 da Gaetano61Che le resistenze alla cancellazione delle province non seguano confini partitici, è dimostrato dalla posizione del presidente dell' Upi (Unione Province italiane) per il Friuli Venezia Giulia, Enrico Gherghetta, esponente del Partito democratico e attuale presidente della provincia di Gorizia. In una dichiarazione pubblicata sul sito Triesteallnews, Gherghetta afferma che «conti alla mano chiudere o accorpare le Province costerà di più in termini di euro e di confusione istituzionale: chi dice diversamente non sa di cosa parla». Gherghetta punta il dito sulla debolezza della politica di fronte al potere fuori controllo del sistema bancario, sostenendo che, di fronte a questo deficit di democrazia, «le Autonomie sono gli anticorpi» (sono le stesse idee che Gherghetta espone diffusamente in uno scritto, intitolato "Appunti isontini", pubblicato sul suo sito personale). Nel Pd, come informa un articolo de Il Messaggero Veneto, le idee sono diverse. Il segretario-candidato per la presidenza della Regione, Serracchiani, "sembra" sia per l'abolizione. In una dichiarazione rilasciata il 21 luglio scorso all'agenzia Asca, l'eurodeputato ha proposto che le funzioni intercomunali siano attribuite ai cosiddetti "mandamenti", aree territoriali riferite ad una popolazione tra i 23 e i 30 mila abitanti. Fin qui, per come la penso io, tutto bene. Nel finale di dichiarazione, ecco rispuntare la parziale retromarcia, quando la Serracchiani non parla più di abolizione, ma di "ridimensionamento" delle province, proponendo sul tema un referendum consultivo. Sul referendum, nessun problema: se la classe politica non ha la forza di risolvere una questione che la divide, il ricorso ad una consultazione diretta può essere una via d'uscita. Il problema è sul termine "ridimensionamento": il dubbio è che, facendo uscire le province dalla porta, queste possano rientrare dalla finestra, magari anche moltiplicate (la provincia di Pordenone, ad esempio, ne conta cinque: Pordenone, Sacile, Spilimbergo, Maniago e San Vito al Tagliamento).
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