Mo Yan, premio Nobel per la letteratura, descrive nel suo romanzo "LE RANE", le condizioni delle donne cinesi desiderose di crescere i figli non voluti dal regime. La protagonista ripete spesso: "Se riesco a metterti le mani addosso, questo figlio non verrà mai al mondo ma se ce la fai a fuggirmi e a partorirlo, sarà cittadino della grande Repubblica Popolare Cinese."
Credevo facesse parte della preistoria maoista e, nel cuor mio desiderosa di non dover mai più affrontare simili argomenti, sono rimasta scioccata nel ritrovare notizie così recenti di aborti imposti a donne in gravidanza avanzata.
Nell'arco dei quasi due anni non sembrano essere usciti altri post sui portali cinesi, tuttavia la notizia non era rimasta nel dimanticatoio. E', infatti, di pochi giorni fa l'articolo (clicca qui) in cui si parla degli effetti devastanti di tali interventi sul corpo della donna.
Sto cercando di raccogliere impressioni e conferme presso la stampa estera situata sul suolo cinese ma non sembra un'impresa facile. Non mi meraviglierei se fossero stati chiusi i ribunetti che erogavano notizie in merito. Mi prometto di riferire non appena in possesso di qualcosa di importante.