Proprio lunedì scorso la direzione generale della sanità (DG) e l’agenzia per la sicurezza sanitaria francese della salute (Afssaps) in un comunicato stampa hanno specificato che “Il KIT MTP è un prodotto che non dispone di alcuna autorizzazione per l’immissione sul mercato (AMM), o di autorizzazione ad essere importato nel territorio francese,”. Secondo le citate autorità questo farmaco non rispetterebbe gli standard di qualità, sicurezza ed efficienza stabiliti per la Francia, e le donne non dovrebbero essere ingannate con affermazioni secondo cui “questo kit sarebbe stato sviluppato in conformità con le linee guida emesse dal Royal College degli ostetrici e ginecologi del Regno Unito”, come sostenuto su vari siti Internet che di mercato.
Le autorità sanitarie francesi hanno inoltre specificato che “i termini e le condizioni di lavoro, compresa la modalità di somministrazione del prodotto, espongono la donna che lo utilizzerà ad un pericolo reale (aborto, emorragia, gravi infezioni)”. Inoltre, controlli effettuati dai laboratori della Afssaps dimostrerebbero che “la sua composizione è insufficiente”.
Il kit è composto da Mifepristone l’ormai nota “RU486”che tanto dibattito ha generato in Italia ma poi è stata autorizzata nel 2009 dall’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) e misoprostol rispettivamente somministrati per via orale e vaginale.
Alla luce di quanto sostenuto dai due enti transalpini e della circostanza della semplice reperibilità attraverso la rete di tale prodotto anche da parte di minorenni, Giovanni D’Agata ricorda che in Italia la legge consente l’interruzione volontaria della gravidanza nel più totale anonimato e con il necessario ed immancabile sostegno psicologico.