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About a boy, and a girl

Da Danemblog @danemblog

About a boy, and a girl

prima pagina del Times 
del 23 luglio 2013

Dunque nel pomeriggio di ieri, è nato il Royal Baby. L'annuncio è stato dato qualche ora più tardi, con l'affissione sul cavalletto del certificato di nascita - tutto da protocollo.
Si tratta di un IL: è maschio. A dispetto delle indiscrezioni e dei calcoli, della Regina che aveva fatto in modo di cambiare la legge sulla linea di successione - la modifica serviva praticamente per togliere Harry dalla linea diretta (dopo Carlo e William) anche se fosse nata una femmina - e di quella gaffé di Kate stessa, che si era lasciato uscire un "D..." prima di fermarsi durante un'intervista mentre parlava del nascituro - come se si trattasse di una femmina, daughter appunto.
Se ne è parlato, se ne è scherzato, abbiamo condiviso link e storie, racconti e news. Tutto con la giusta e dovuta superficialità: lo abbiamo fatto con lo spirito estivo da ombrellone, ma lo avremmo fatto anche fosse stato autunno.
Perché in fondo sono cose divertenti: e d'accordo - non ditemelo a me! - che la monarchia non ci piace, che siamo repubblicani fino al midollo, liberi e liberali.
Senza noia, però: perché sulle cose come il #RoyalBaby, gli unici più noiosi di quelli che ne parlavano fin da quel dì, erano quelli che si lamentavano annoiati e superiori a tutto il chiacchiericcio.
Fatto sta che io mi ricorderò di oggi: sarà magari che l'ho vissuto anche un po' da neo-padre, con tutte le emozioni e gli ormoni in fibrillazione, pensando quel giorno di poco meno di quattro mesi fa.
La sala parto, come ho avuto modo di dire, è un'esperienza straordinariamente spaventosa: di quelle che ti segnano la vita, nel bello - ma anche nel brutto, non ci cascate - e che ti danno luce diversa agli occhi.

About a boy, and a girl

TEA sul Guardian

Di Tea si dice, dunque: perché la nascita dell'erede al trono me la ricorderò - e ce la ricorderemo - anche perché Tea è finita pubblicata sul Guardian (foto a lato). Storia che vale la pena raccontare, questa.
Dunque è successo che un giorno, i primi di luglio, mentre leggevo il sito del giornale inglese, ho visto che a lato c'era un riquadro con una scritta - sono stato attirato dalla foto in realtà, da quei bambini messi tutti insieme, che mi hanno ricordato il carrello dell'ospedale con cui portano i neonati alle routinarie visite di controllo (per chi se l'è dimenticato, Tea su quel carrello non c'è mai salita e forse anche per questo m'è rimasto parecchio impresso).
Quel titolo diceva: "Not Royal Baby - Stories from new parents".
Il Guardian è un giornale progressista, non esagero a dire anche un po' filo repubblicano - anche per questa occasione, hanno rispolverato la geniale trovata dell'home page "republican mode" (come già per il matrimonio di William e Kate): cioè se non volevi leggere le beghe del real travaglio, potevi avere una home senza notizie a riguardo.
Seguendo il link a quel titoletto sopra la foto di tutti quei bambini, allora, sono arrivato ad una sezione del Gaurdian Witness (che vuol dire "contributi") che permetteva ai lettori di scrivere qualcosa riguardo la nascita del loro figlio - se il pargolo fosse nato in luglio.
Con un po' di paraculaggine, ho scritto su quattro righe senza mettere la data di nascita (sì lo ammetto: un'italianata, ma in spirito buono) e ricordando - cuore in mano, cuore di babbo - quei primi giorni che Tea è stata con noi a casa e ho inviato foto e pezzo all'email indicata. .
A quel punto mi è arrivata una mail di risposta in cui mi si ringraziava del contributo, avvisandomi che comunque quello che avevo scritto andava passato al vaglio redazionale - era ovviamente un form predefinito. Ragion per cui, mettendo insieme il mio inglese zoppicante e il fatto che magari poi capivano che Tea non era nata a luglio (come avrebbero potuto fare non lo so, ma m'era presa anche un po' questo tipo di ansia, ché quelli hanno sgamato Prism e che non sgamavano me?) ho pensato che lì' finiva la storia. E vabbé, chi se ne fregava, era un gioco.
Se ci mettevo poi il fatto che il Guardian fa quasi tre milioni di visualizzazioni giornaliere (secondo in Uk, dietro al Daily Mail online) e che erano state pubblicate soltanto 5 storie - adesso sono 25 - praticamente diventavo certo che quello che avevo provato quando è tornata Tea, non avrebbe interessato nessuno. Legittimo, aggiungo.
E invece, qualche giorno dopo, mentre giravo ancora per il sito del giornale, dall''home page ho rivisto quel link e per curiosità sono andato a rivedere e tac: c'era Tea! Che figata!
Ecco per dire, che questo gioco della pubblicazione della storia di mia figlia, ha reso ancora più particolare questo giorno, me l'ha tatuato: cose di poco conto, ma quando c'è in ballo lei, tutto diventa fenomenalmente importante.
E poi vuoi mettere, quando quello là sarà grande, e gli racconterò a Tea che lei era sul sito di uno dei più blasonati giornali del mondo, a raccontare, a rinverdire, ad avvicinare, con il contributo della sua nascita, la nascita del Pupo coronato?
Tutto un gioco, ripeto: è ovvio no?


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