La copia originale del XIII emendamento conservata negli archivi nazionali.
Il XIII emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America abolì ufficialmente e continua a proibire la schiavitù, e, con eccezioni limitate a chi sia stato riconosciuto colpevole di alcuni reati, proibisce i lavori forzati. Prima della sua ratifica, la schiavitù era rimasta legale solo in Delaware, Kentucky, Missouri, Maryland, e New Jersey; in tutto il resto degli Stati Uniti d’America gli schiavi erano stati liberati grazie all’azione dei governi statali o dal Proclama di emancipazione. Abraham Lincoln, estensore del proclama, e altri politici statunitensi erano tuttavia preoccupati che il Proclama sarebbe stato visto come una misura temporanea dovuta alla guerra, e quindi, oltre a liberare gli schiavi negli stati in cui la schiavitù era ancora legale, essi sostennero l’emendamento in modo da assicurare l’abolizione permanente della schiavitù. L’emendamento fu proposto dai rappresentanti James Mitchell Ashley (repubblicano, Ohio) e James Falconer Wilson (repubblicano, Iowa) e dal senatore John B. Henderson (democratico, Missouri). Dopo la sua approvazione vennero proposti e approvati altri due emendamenti, noti come emendamenti della Ricostruzione: il XIV per proteggere i diritti civili degli ex schiavi e il XV che garantì il diritto di voto anche ai nuovi cittadini.