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Abruzzo e i suoi trabocchi

Da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg

Un post estivo dedicato alla mia terra, ad uno degli scorci che più amo, quello della costa dei Trabocchi in Abruzzo.
Per chi non li ha mai “vissuti” da vicino, sono un’astuta invenzione di contadini che, anziché spingersi in mare, hanno deciso di pescare senza navigare. Strutture legate alla terra ma protese verso il mare.
Un paesaggio inaspettato, poetico, discreto, carico di semplicità e autenticità.
Gabriele D’Annunzio amava questo angolo di terra (proprio qui, a San Vito Chietino, si trova l’Eremo Dannunziano).
Osservando il mare e i trabocchi sembra di poter ascoltare le sue parole: “… sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale. La macchina pareva vivere d’una vita propria…” (da Il trionfo della morte).
I trabocchi, in realtà, sono un patrimonio culturale e ambientale di tutto il basso Adriatico, fino in Puglia dove li chiamano Trabucchi.
Fin da piccola appena posso vengo qui al mare, in questo semplice tratto che collega San Vito Chietino a Fossacesia (spiagge ciottolose e costa rocciosa). Dopo anni, continuo ad esserne affascinata.

Consiglio: percorrete la SS 16 Adriatica, a sud di Ortona, e viaggiate da San Vito Chietino a Fossacesia Marina, passando per Vallevò, Località Fuggitella, baia del Cavalluccio. Parcheggiate la macchina nei diversi parcheggi sulla statale e scendete lungo la vecchia ferrovia.

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