Di Tomb Of Feathers e degli Abstracter abbiamo già ampiamente parlato in sede di recensione, eppure era forte la voglia di apprendere direttamente da loro altri particolari di un lavoro che ha fatto scattare e fremere le nostre antennine da “music addicted”. Ecco cosa ci ha raccontato il cantante Mattia Alagna.
Partiamo con una domanda banale ma direi importante per inquadrare il progetto, come vi siete conosciuti e come è nata l’idea di formare gli Abstracter?
Mattia Alagna: Io sono inizialmente finito ad Oakland per una donna (tira più un pelo di f… ecc. ecc.), ma appena arrivato e vista le scena musicale, mi sono reso conto di essere finito in luogo musicalmente unico al mondo. Ho subito capito che anche se la mia storia fosse finita, come poi in effetti è successo, non me ne sarei più andato comunque per nulla al mondo. Qua sono nati gli Sleep, i Neurosis, i Dystopia, i Noothgrush, gli Amber Asylum e i Weakling, giusto per citarne alcuni. Gente che tutto il mondo ancora si ostina voler copiare e imitare senza ritegno. È una scena tra le migliori al mondo per la musica estrema più contaminata e sperimentale. Davide Tiso degli Ephel Duath e Luca Indrio degli Acephalix hanno avuto una sorte simile alla mia e sono ancora qua a fare dischi e a suonare in giro, come tanti altri europei (e non) finiti qua per suonare musica insieme a gente locale che sembra aver una qualche marcia in più. Chi ama certe sonorità non può negare che la Bay Area, e soprattutto la zona dissestata di Oakland nella East Bay, sia terreno fertilissimo per musica atroce e contaminatissima. Gli Abstracter nascono da questo humus: Oakland è una città violenta e spietata ma anche artistica e creativa.
Appena arrivato, dunque, visto che per spostarmi qua ho dovuto lasciare una band in Italia che amavo, i miei carissimi amici negli (A)toll di Perugia (una band noise-core), mi sono messo a cercare gente con cui suonare e fare qualcosa insieme. Inizialmente non c’era un piano, né delle idee, solo la voglia di fare un gran casino. In Italia tutti vogliono imitare e replicare a ogni costo i mostri sacri, i musicisti non ragionano con la propria capoccia e non credono in se stessi. Tutti hanno la paranoia del successo a tutti i costi, e tutti pensano alle cazzate e alle mode invece di pensare alla musica. Qua la gente è umile e la comunità metal molto unita. Qua parte tutto dall’amicizia e dalla voglia di fare un gran casino e divertirsi, punto. Per cui mi sono messo subito alla ricerca di altri musicisti, sapendo che innanzi tutto mi sarei divertito a fare musica onesta e senza pretese. Conobbi Robin tramite un annuncio su internet. Mi disse che era ossessionato con Justin Broadrick, che suonava con accordatura in SI e che non aveva un cazzo da fare nella vita, che era aperto a tutto. Per me bastava. Poi, ho chiesto ad uno dei miei migliori amici qua (e uno dei primi che ho conosciuto da queste parti), Jose, di suonare il basso. In passato ha apprezzato i primi album dei Neurosis, qualcosa dei Godflesh e tanto gothic e dark wave, ma non è un musicista metal, e non credo neanche che il metal gli sia mai interessato, in compenso è un polistrumentista in grado di suonare qualunque cosa produca un suono, e non suonava in una band da una vita, dunque, anche lui, tanto per divertirsi e cazzeggiare insieme, ha accettato di fare qualche jam. Il nostro primo batterista si chiamava Mark, e quando ha visto che eravamo irrimediabilmente indirizzati sull’estremo totale ha abbandonato, preferiva un approccio metal più classico, thrash, prog… Insomma, non certo il nostro mondo! A quel punto abbiamo conosciuto Ben, che ci è stato consigliato da un amico, e a lui questa roba estrema, pesante e lenta garba parecchio, così ha accettato di unirsi a noi. Credo che in fondo siamo nati come ogni altra band: siamo gente normale ma insoddisfatta, con tante emozioni represse che devono trovar sfogo in qualche modo, e che è stata unita da un destino comune e da un comune modo di intendere la musica e la composizione. Era destino credo, era inevitabile che finissimo per fare musica insieme.
Che tipo di background avete come musicisti? Venite da altre formazioni o esperienze musicali precedenti?
Sotto questo punto di vista siamo dei totali dilettanti! Io come unica esperienza avevo quella negli (A)toll appunto in Italia, durata neanche sei mesi. Robin, addirittura, preso dalla noia, quando ancora andava all’università aveva solo suonato per qualche mese il basso in una band reggae, giusto per fare qualcosa. Altrimenti lui non avrebbe mai avuto una band. Tutto quello che sa lo ha imparato da solo stando chiuso in casa con chitarra registratore e drum machine, creando soundscapes noise e composizioni drone-industrial deprimenti e casalinghe molto primitive, ma secondo me anche geniali e “rivelatrici” per quello che erano. Il riffone mastodontico che si sente all’inizio di “Ash” lo ha scritto lui ormai anni fa , ben prima che ci conoscessimo, un giorno mentre era in vacanza in Svezia con i genitori, in un momento di noia. Insomma anche lui, uno con praticamente zero esperienza, un totale enigma senza alcun passato. Jose aveva suonato in un paio di gruppetti punk e psychobilly da ragazzo, ma nulla di serio, ed erano anni che non suonava una mazza fuori da casa sua. Ben è forse quello con più esperienza. Ha sempre suonato con altre persone qua nella Bay Area ed è stato in varie bands thrash e sludge sia come batterista sia come chitarrista, ma nessuno di quei progetti ha mai avuto un futuro, e credo che anche per lui gli Abstracter siano l’apice assoluto che abbia mai raggiunto con una band. In generale siamo dei totali sconosciuti, dei cazzoni totali privi di alcuna reputazione!
Da cosa credi possa derivare un sound così particolare e ricco di personalità? Quali ingredienti sono finiti nel calderone e quali sensazioni volevate suscitare nell’ascoltatore?
Bella domanda. Il segreto credo che sta nel fatto che inizialmente nessuno di noi si sarebbe mai sognato di fare un solo show o registrare alcunché. All’inizio abbiamo cominciato a suonare per puro svago, giusto per scolarci qualche birra insieme e sfogarci facendo un gran casino senza pensare a nulla in particolare. Il nostro sound dunque nasce proprio dal fatto che un interlocutore, un ascoltatore, non era mai contemplato all’inizio. Facevamo tutto per noi stessi, mai ci saremmo immaginati che un giorno qualcuno avrebbe sentito. Era come trovarsi a casa di qualcuno a vedere un film. Noi invece suonavamo, ma solo per stare in compagnia e fare i deficienti. Inutile dire che siccome sapevamo che nessuno avrebbe mai sentito la musica che suonavamo, ci siamo lasciati andare a delle jam senza senso e completamente deliranti. Volume soffocante e caos senza freni, uno schifo in poche parole. Musica di merda suonata con i piedi e senza senso, solo per divertimento e con una strumentazione tra l’altro che avrebbe fatto ridere un barbone (tra cui un basso trovato nella spazzatura, che Jose tra l’altro ancora usa, e due mini ampli Crate da 30W attaccati insieme con lo scotch per la chitarra!). Credo che la necessità di sviluppare un suono decente con attrezzatura immonda e la totale mancanza di preoccupazioni o regole siano gli elementi alla base di tutta la soffocante distruzione che si sente negli Abstracter oggi. È un sound nato dalla mancanza di tutto, di soldi, di attrezzatura decente, di mezzi, di una direzione, e soprattutto di regole, preoccupazioni o restrizioni di sorta. È nato dalla merda più totale, ma oggi, ha una sua logica e un suo DNA ben preciso. Ormai è una creatura che cammina con le sue gambe. Credo che il nostro sound derivi da questo, dal fatto che non abbiamo mai cercato di replicare un cazzo o copiare nessuno, ma solo di fare un gran casino spremendo tutto lo spremibile da noi stessi e i nostri umili mezzi. In giro si sentono band con migliaia di euro o dollari di attrezzatura, strumenti costosissimi eccetera ma con un sound orrendo che non comunica un cazzo ed è solo una replica di band più famose. Uno spettacolo indecente di cui siamo fieri di non fare parte.
Avevate già un’idea precisa della direzione sonora che avreste intrapreso o avete lasciato che le varie personalità apportassero un proprio contributo senza limiti di stile? Come vi muovete in fase di scrittura?
Anche qua non si capisce un cazzo di come si muove la band. Inizialmente anche per via dell’inesperienza siamo andati sul sicuro, con il doom e lo sludge non ti puoi sbagliare, non è fisica quantistica, se ti applichi e non sei una nerchia con il tuo strumento due note decenti messe in fila con raziocinio le crei. Oggi però l’insoddisfazione della “stasi” e della meta raggiunta si fa sentire. Tomb Of Feathers lo abbiamo fatto, ora serve altro. Non riusciremmo mai a ripeterci, già pensiamo al dopo e a ciò che potremmo fare se ci lasciamo andare in altre direzioni. Robin è il vero trascinatore del sound e dello stile della band. Non si ferma mai, ogni volta cerca di spingere i suoi limiti come chitarrista oltre e oltre ancora. Passa ore chiuso in camera a smanettare con la chitarra cercando di farle sanguinare qualcosa di nuovo e di diverso. È un pazzo totale. Già la nuova musica che stiamo scrivendo è tutta diversa da quella che si sente su Tomb Of Feathers. Alla fine noi tutti ci siamo annoiati con il sound più groovy, “intimorito”, rassicurante e basato sui riff che domina Tomb Of Feathers e dal quale siamo partiti, e ora abbiamo cominciato a giocare di più con le atmosfere, i mood e il rumore. Abbiamo capito che non ci piace ripeterci, Quel capitolo è chiuso e ora stiamo provando cose nuove. Ormai le componenti crust, noise, psichedeliche e black metal stanno prendendo il sopravvento sul nostro sound rispetto agli elementi sludge, doom eccetera dalle quali eravamo partiti. Robin ormai suona con il delay quasi sempre acceso e in modo molto più frenetico e imprevedibile. Ha molta più confidenza ora, e nessuna paura di sbagliare, per cui ormai divaga in continuazione e non si sa mai cosa ti tira fuori, Non segue più alcuna regola o logica. Io per seguirlo praticamente ormai vomito sangue invece di urlare e le voci si stanno facendo sempre più estreme e violente, quindi lo spazio per il cantato pulito ormai praticamente neanche esiste più. Anche Ben e Jose stanno spingendo più sul lato della pesantezza sregolata piuttosto che sul groove e la compostezza musicale. Non so davvero dove finiremo, ma credo che il nostro secondo album avrà enormi componenti noise e sarà violentissimo, estremamente negativo e molto rumoroso e atmosferico.
E in fase di registrazione? Da cosa deriva la scelta del registrare live e con strumentazione analogica?
Da due fattori. Il primo è la mancanza di soldi. Con uno studio prenotato con tariffa oraria, in cui il tempo è denaro, o ti smuovi a registrare o vai in bancarotta, e noi, con canzoni così lunghe e pochi soldi a disposizione, non avevamo altra scelta che registrare ognuno le sue parti contemporaneamente per risparmiare tempo, ovvero tutti nella stessa stanza dal vivo e in presa diretta! Alla fine i primi album dei Black Sabbath, come ogni altro disco di altri tempi fatto come cristaccio comanda e che non suona come una sorta di prodotto pre-assemblato come sono tutti quelli di oggi, sono nati così, per cui oltre ad una necessità è stato anche un piacere per noi realizzare un prodotto viscerale e soprattutto umano, che suona reale ed onesto come ne facevano una volta! Il secondo motivo deriva dal fatto che un nostro caro amico ci ha messi in contatto con un sound engineer, Josh Garcia, che da tempo voleva registrare un disco metal su nastro come si faceva una volta. Era titubante sul da farsi, e non ci ha assicurato un successo al 100% e per questo ci ha anche chiesto pochi soldi, per cui ci siamo offerti volentieri come cavie per il suo “esperimento”, sempre per via della mancanza di quattrini. Peggio per lui, perché alla fine Tomb Of Feathers è uscito con un sound assolutamente mostruoso e oltre ogni previsione, che tutti ora ci invidiano. Per quello abbiamo avuto un gran culo, e non abbiamo alcun problema ad ammetterlo! Non si sentono più in giro dischi con un sound come quello presente su Tomb Of Feathers, e questo ci rende davvero fieri.
In generale cosa ispira i tuoi testi? Che tipo di approccio preferisci utilizzare nel crearli: figurativo o astratto, personale o più ampio/generalizzato?
Siamo al primo album, e a neanche due anni di esistenza come band. Ancora è presto per dire che approccio userò o che logica sta alla base della creazione dei testi che scrivo. Potrebbe anche essere che tutti i nostri album futuri tratteranno temi completamente diversi a seconda di cosa mi ispira e a seconda del caso, e forse anche in stili opposti, chi lo sa. Per ora ti posso dire che i testi sono una cosa molto personale per me, e fondamentale per la band. Ciò che dico nei testi determina come lo dico, cioè come esce la voce dalla mia bocca, e come esce la voce inevitabilmente determina anche il sound e il mood generale delle canzoni che scriviamo. I testi dunque sono fondamentali in questa band e curatissimi in ogni dettaglio. A volte impiego mesi a scriverli, tanto la loro esistenza è delicata e fondamentale per il funzionamento delle canzoni. Quello che ti posso dire con certezza è che quando la band è nata, e stavano nascendo le canzoni di Tomb Of Feathers, sono successe delle cose orribili a persone a me molto vicine, e tutte queste cose successe, per una strana serie di motivi erano dovute alla pazzia e alla malattia mentale. Depressione, schizofrenia… ed erano anche problemi persistenti e prolungati nel tempo, per cui una volta finita una canzone, ispirata a queste persone e agli eventi nel presente, quando la stesura della successiva canzone è iniziata quei problemi erano ancora li a influenzare la scrittura anche dei nuovi pezzi. È nato un concept, dunque, di tre canzoni che trattano lo stesso tema, ma non per una scelta consapevole e ponderata, ma solo perché nel periodo in cui sono nate, erano certi avvenimenti e certe persone soltanto a occupare la mia mente. Il disco dunque è una riflessione sull’umanità e su come la malattia mentale sia come una cartina al tornasole di questa società creata dagli uomini in cui si crea tanto lusso ed eccesso quanto si crea degrado e abbandono. Più le persone inseguono la felicità per se stessi soltanto a tutti i costi come un miraggio, con il lusso, gli eccessi ed esagerazioni materialistiche di ogni sorta, tanto più si toglie felicità agli altri. Le orribili esperienze che ho visto queste persone attraversare mi hanno in qualche modo rivelato questo cinismo disgustoso di cui l’umanità è permeata. Questo disco non è lusinghiero per l’umanità ed è un lavoro che tende una mano agli ultimi degli ultimi, a chi non ha più nulla, neanche una mente e una psiche che funziona. La pazzia ormai diffusa e dilagante che esiste nella società moderna è il più nitido indicatore dello stato attuale delle cose. Noi uomini facciamo schifo e ci mettiamo due secondi a togliere risorse e bene comune a un altro essere umano per accumularle su di noi, e lasciare il prossimo morire nei suoi incubi e nella sua miseria, E il disco parla di questo, di quanto l’umanità sia repellente per il suo cinismo e il suo egocentrismo. La tomba di piume dunque è la nostra mente che crolla nella disperazione più totale. La nostra fine, un omicidio “dolce” e indolore per tutti, perché senza colpevoli, perché quando si crepa per via della malattia mentale, non è mai colpa di nessuno. In realtà un colpevole c’è eccome, ed è l’umanità tutta che crea queste situazioni. Una vera pestilenza, la peggior forma di vita mai esistita.
Sul Bandcamp della band, infatti, leggo: This album is dedicated to anyone, dead or alive, who has suffered and or dealt with mental illness and abandon. Dunque il legame tra questa frase e i testi c’è.
Il legame è totale. Ci teniamo ad essere chiari sul fatto che questo album “racconta” qualcosa, invece di “parlare” semplicemente di qualcosa. Inoltre è semplice, abbiamo voluto ringraziare tutti coloro che grazie alla loro sofferenza hanno permesso a noi di fare un disco che ha una logica e un’anima dietro, che ha una storia e un percorso ben preciso. Queste persone, a noi per lo più sconosciute, ci hanno ispirati, ci hanno dato dei mezzi per creare qualcosa che è reale e tangibile. Per questo noi vogliamo ripagarli, ringraziarli dei mezzi che ci hanno donato, e dedichiamo questo lavoro a loro. Vogliamo che sappiano che la loro sofferenza ha creato qualcosa di buono.
Il disco esce per The Path Less Traveled Records, dacci qualche dettaglio in più sull’uscita, che formati saranno disponibili e chi si occuperà dell’artwork?
Allora, il disco è uscito per cominciare in digitale, il 18 Settmebre 2012 in tutto il mondo. Noi come band lo abbiamo già messo in vendita su Bandcamp, ma The Path Less Traveled Records si occuperà di iTunes, Amazon, Spotify e tutta quell’altra merda li che arricchirà solo suddette multinazionali, lasciando come al solito noi e l’etichetta a rovistare nella nostra stessa merda. Ma il mondo gira così, si sa, è un male necessario con cui bisogna convivere. Il vinile e il cd usciranno in inverno il tutto il mondo, ma stiamo definendo ora una tabella di marcia ben precisa e avremo una release date ufficiale a breve. Come band infine venderemo a breve, entro un paio di mesi si spera, le audiocassette, Per iniziare ce ne saranno cento disponibili, tutte in vendita sulla nostra pagina Facebook e ai nostri show e numerate a mano dal sottoscritto. Questo album con questo sound analogico, su audiocassetta e vinile avrà un sound assurdo!
Quando potremo vedervi da queste parti per promuovere il disco dal vivo?
Mi viene da dire mai perché la California è lontanissima dall’Italia e le risorse, soprattutto per musica così estrema e poco accomodante, sono sempre poche, e non frega mai un cazzo a nessuno di tirare fuori una lira per una band come noi. Ma mai dire mai! Inoltre mi dispiace dirlo, ma secondo me, che conosco fin troppo bene la situazione, non vale la pena farsi diecimila km per suonare in un paese che si rifiuta ostinatamente di supportare o anche capire certi suoni. L’Italia è indietro per queste cose, è la patria assoluta di certi fenomeni simil-mafiosi come il pay-to-play… Non ha senso per noi farci una sfacchinata tale per trovare una situazione del genere. Come detto, però, è il mio paese di origine e non posso negare che ho tanti amici la con cui sarebbe bello suonare, per cui, è improbabile, ma vedremo!
Grazie mille per il vostro tempo, qualcosa da aggiungere?
Sì, che l’umanità è una merda ed è la cosa peggiore che ci sia mai successa. Ah, e ovviamente che vi ringraziamo per l’attenzione riservataci sulle vostre pagine.
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