Non è passata nemmeno una settimana e la stampa riporta tantissime storie di abusi contro i minori. Non abbiamo dei numeri a proposito ma già dal fatto che in soli 4 giorni sono state riportate storie agghiaccianti di violenze sessuali a danno di bambini, la dice lunga sull’emergenza pedofilia nel nostro Paese.
Quattro giorni fa, la stampa riporta la storia di due ragazzine di 14 anni abusate per quattro anni da un loro connazionale filippino. L’agghiacciante storia si è consumata per 4 anni finchè non hanno denunciato il loro aguzzino.
Ma storie simili avvengono anche all’interno di famiglie, aziende, servizi e istituzioni italiane. Settimane fa, a Vicenza un pediatra abusava dei loro piccoli pazienti all’interno del suo ambulatorio, a smascherarlo fu una telecamerina che riprese tutte le scene subite da alcune bambine di tre anni.
A Ventimiglia è stato arrestato un altro pedofilo che si fingeva minorenne e chiedeva ad alcune ragazzine minorenni di inviagli foto osè. L’uomo minacciava le ragazzine per convincerlo a mandagli le dfoto per poi diffonderle in alcuni siti pedopornografici. In provincia del L’aquila si è consumato un altro caso di pedofilia da parte di un uomo divorziato contro alcuni bambini stranieri.
A Catania una bambina di 10 anni denunciò gli abusi perpetrati dal patrigno di 32 anni. Ancora, a Locri (Rc) pochi giorni fa si scopre un’altra storia di abusi sui minori. Stesso destino ad una bambina di quattro anni violentata dai genitori, fino ad arrivare alla storia di alcuni ragazzini molestati dal loro allenatore di Rugby e oggi di un vicino di casa che abusava di un bambino di 9 anni. Vogliamo parlare anche dei casi di Don Seppia?
Ieri leggo sulla stampa un altro ennesimo caso di pedofilia: un uomo di quasi 60 anni ha abusato per due anni di una bambina di 13 anni . Altrte fonti riportano che il pedofilo collega di lavoro dei genitori della bimba, l’avrebbe violentata ripetutamente talvolta anche con percosse. Sorprende che l’uomo sia stato messo agli arrresti domiciliari e addirittura assolti uno zio pedofilo che abusava del nipote e un bidello di una bambina, nonostante abbiano compiuto un atto di così grave entità. Davvero non possiamo stupirci se poi la folla cerca di farsi giustizia da sola fino al vero e proprio linciaggio, come è successo ad un altro pedofilo che violentò un tredicenne.
Come è accaduto ai violentatori di Fano, pare che tutti i reati di violenza sessuale che siano su minori o coetanee non siano trattati come dovrebbero essere trattati: il più terribile tra gli abusi contro la persona.
Nel nostro Paese si fa ancora fatica a riconoscere la violenza sessuale dal sesso. La pedofilia è ancora tabù e pochi ne parlano. Il nostro contesto fatica a ritenere scandaloso che un uomo anziano frequenti un minorenne a pagamento dando spesso il cattivo esempio e lanciando un messaggio che veicola il fatto che chiunque può disporre di un ragazzino.
La pubblicità erotizza il corpo infantile e sono ancora in voga i concorsi di bellezza per bimbe, solo recentemente contestati. Il degrado di un mondo si misura dal numero di aggressioni sessuali e la mercificazione a cui sono sottoposti i minori, non è da sottovalutare perchè anch’essa è un fenomeno strettamente legato alla pedofilia, che spesso veicola un’idea distorta del corpo infantile rendendolo oggetto sessuale.
Anna Oliviero Ferraris docente di Psicologia dello sviluppo all’Università di Roma La Sapienza. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica e ha dedicato tante analisi al fenomeno della pedofilia e dell’ertoizzazione del corpo infantile, ha scritto con Barbara Graziosi, un libro interessante intitolato “Pedofilia, per saperne di più” editore Laterza; interessante perchè informa sulla pedofilia, rompendo anche il tabù che ha sempre avvolto questo fenomeno, spesso legato al mostro, allo sconosciuto.
La pedofilia è un’emergenza mondiale e a mio parere la radice risiede nei modelli sessuati che vengono imposti ai bimbi. La sessualizzazione dei bambini è una della cause dell’aumento della pedofilia perchè giustifica e incita il fenomeno. Per sessualizzazione si intende anche kla reazione dell’opinione pubblica, che tende a giustificare il pedofilo accusando le vittime di essersela cercata. Accade leggendo i commenti di alcuni articoli, come questo, con toni di solidarità verso il pedofilo. Dire ad esempio che “le ragazzine di oggi sono sveglie, troie e disponibili” equivale a sessualizzarle e renderle “abusabili” o meglio consenzienti. Questo è uno dei motivi dell’incremento di questo fenomeno.
Mentre da noi sessualizzare i bambini, sopratutto se femmine, come ad esempio dire ad una bambina di quattro anni che è già una signorina e regalarle dei trucchi, è ancora una pratica diffusa, in certi Paesi può sembrare un simbolo di arretratezza. In alcuni asili nido svedesi è stata bandita la sessualizzazione dei bambini, e maschi e femmine vengono trattati allo stesso modo, chiamati con un cognome neutro senza grembiuli o abitini che identificano di che sesso sono.
Ma la Svezia è non solo è molto più avanti di noi ma sta attuando misure sempre più innovative per ridurre la disparità di genere, mentre l’Italia ahimè torna indietro, allargando sempre di più le discriminazioni tra uomo e donna e a impedire un futuro migliore per i bambini, che a causa della mancanza di sensibilizzazione, di educazione sessuale e di strutture adeguate, cadono sempre più spesso nelle mani dei pedofili come è successo a delle bambine di tre anni tolte alla madre a causa di una cultura misogina che criminalizza le madri e violenta le figlie, affidate nelle mani di un pedofilo della comunità milanese che le ospitava.
Vi ho riportato solo alcuni casi, ma la cronaca dei giornali è piena di notizie simili, forse è l’ora di dire basta, tutelare i bambini e fare in modo che non si crei un clima che rende i bambini vulnerabili agli abusi.
Mary