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A.C.A.B. - Stefano Sollima

Creato il 04 febbraio 2012 da Frank_manila
A.C.A.B. - Stefano Sollima Da molte parti ho letto che il pregio del film di Sollima è quello di non prendere le parti. È vero che Sollima cerca di rimanere fuori e di raccontare "la realtà" e la professione del celerino, e degli uomini che danno corpo a quelle divise. Ma si dimentica di raccontarla tutta, quella realtà. Mi chiedo come mai tra i "nemici" dei celerini, tra i pestati, ci sia spazio solo (a parte un piccola scena all'inizio, scatenata però dall'inesperienza di un collega) per fascisti, ultrà, immigrati e occupanti abusivi? Per me è paraculo inserire solo figure che non agiscono nella legalità. Dove sono invece quelli che vengono massacrati perché chiedono dei diritti? Dove sono i cassaintegrati e/o i precari? Di queste categorie non vi è traccia, e mi sembra strano visto che fanno parte della "quotidianità" della piazza. Quindi mi viene da pensare che una posizione il film l'abbia presa, che la bilancia penda da un lato e cioè quello del non raccontare la "realtà". Una realtà oltretutto che è ben lontana dall'"oggi" che Sollima afferma di aver rispecchiato, una realtà piena di promesse, ormai ampiamente, fallite - ben 36 morti ammazzati a Roma dal Gennaio 2011 al Gennaio 2012 - di maggior sicurezza e legalità (il film è esplicitamente ambientato nel periodo pre-elettorale che porterà l'attuale sindaco a risiedere al Campidoglio, il quale spinse molto su quelle promesse). 
La realtà di A.C.A.B. è una realtà incompleta e vecchia. 
Ora è ben peggio!
Io credo che per fare un film che non prenda posizioni bisogna dire tutto quel che succede, non solo sprazzi di situazioni "abbelliti" da fatti di cronaca tanto per renderli più veri. Bisogna puntare il dito contro gli uni e contro gli altri per avere il quadro completo e di conseguenza la realtà. Non mi basta vedere celerini "bastardelli" contro pischelli loro simili e a loro figli.
Ma gli innocenti dove sono?

Parlando da un punto di vista cinematografico le cose non vanno tanto meglio.  La regia l'ho trovata approssimativa, molto televisiva ma ben lontana dal notevole Romanzo Criminale La Serie. La storia di Cobra, Negro, Mazinga e Adriano non evolve. Pur essendo bravi gli attori (Favino e Giallini su tutti), i loro personaggi non affrontano un vero percorso o lo affrontano solo in parte, restando alla fine fermi nelle loro posizioni di partenza. Adriano, la recluta, che  rappresenta la speranza è l'unico ad avere un parziale cambiamento. Ma questo avviene solo dopo aver seguito i suoi "fratelli" e avviene non per un ideale o per un credo ma per un cavillo. La chiami evoluzione del personaggio questo? 

Tutto si muove nel banale, con facilonerie da popolino che guarda coi paraocchi, come a voler accaparrarsi un facile consenso della massa.
Gli immigrati sono tutti criminali, i politici scaldano la sedia,  i neri hanno il ritmo nel sangue e dove non ci sono più le mezze stagioni. 

A.C.A.B. a me non ha detto niente. 

A.C.A.B. non mi ha provocato nessuna empatia o emozione.  A.C.A.B. è un film dove bastardi picchiano altri bastardi, dove le divise cambiano ma il cervello è unico... diviso tra tutti! Imdb
Perdonatemi la poca spiccezza del post.

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