di Alessandro Ligas
Molte di queste tecnologie che hanno apertamente cambiato le nostre abitudini sono nate all’interno di laboratori dopo attenti studi e tanto lavoro e non per un mero “capriccio” del ricercatore. Raramente la ricerca è il frutto di un meccanismo isolato e non al centro di una interazione tra diversi attori. Oggi ci si sta rendendo conto che il grande pubblico sta diventando un attore sempre più importante e senza di questo la ricerca e lo sviluppo non potrebbero andare avanti.
Il 26 settembre prossimo si terrà la IX edizione della Notte Europea dei Ricercatori, progetto promosso da Frascati Scienza e finanziato dalla Commissione Europea, progetto nato con l’obiettivo principale di creare momenti di dialogo e di incontro tra la comunità scientifica e il grande pubblico.
Saranno tantissimi gli appuntamenti del 26 che tra conferenze, seminari divulgativi ed apertivi scientifici avvicineranno il grande pubblico a dialogare con i ricercatori. Saranno aperto i musei della fisica, si potrà entrare nei laboratori per capire cosa succede al loro interno e cosa si fa. Si potrà capire cosa è e come funziona un “cannone elettromagnetico”, come pure capire il funzionamento di una batteria (pila) e scoprire cosa ci riserba il futuro. Mettendo l’accento sugli aspetti più legati alla vita quotidiana.
Attraverso il contatto diretto con i principali attori della ricerca si avrà l’opportunità di capire meglio ciò che avviene all’interno di un laboratorio e quali ricadute reali hanno le ricerche in termini di miglioramento della qualità della vita .
Molti argomenti sembrano apparentemente lontani dal nostro vivere quotidiano ma non è così. Siamo soliti pensare, ad esempio, ad CERN di Ginevra quando parliamo di acceleratori di particelle, ma pochi sanno che in ogni ospedale che ha un reparto oncologico ne è presente uno (in scala molto più ridotta). Una macchina usata per accelerare fasci di particelle elettricamente cariche può generare particelle utili per alcuni esami diagnostici o per la terapia dei tumori. L’antimateria, che può sembrare fantascienza, in realtà è prodotta e utilizzata quotidianamente in molti ospedali per un esame diagnostico all’avanguardia chiamato PET.
Le stesse tecniche che vengono messe applicate al CERN di Ginevra vengono messe in atto quotidianamente nel settore biomedicale.
Durante la notte del 26 si potrà capire quali prospettive ci riserba lo studio della “fisica della materia”,il rapporto tra “nanotecnologie” ed energie rinnovabili. Saranno affrontati temi di attualità, quali “cosa è la radioattività”. “Noi oggi viviamo in un mondo radioattivo”, afferma Paolo Randaccio, del dipartimento di fisica dell’Università di Cagliari, “le persone in genere hanno paura dei fenomeni legati alla radioattività perché’ non la conoscono e perché’ se ne parla sempre in modo negativo, dai disastri nucleari all’impiego di armi all’uranio impoverito. In realtà siamo circondati da materiali radioattivi, i muri delle nostre case, l’aria che respiriamo, l’acqua minerale che beviamo e perfino il nostro corpo contengono tutti moderate quantità di radioattività. Ma dato che siamo abituati a vivere in un mondo radioattivo il nostro corpo ha sviluppato metodi efficaci per riparare i danni prodotti dalle radiazioni”.
Si potrà ascoltare musica, ci saranno reading di brani di letteratura scientifica, si potrà capire il rapporto tra i concetti fondamentali della fisica e la medicina. Verranno illustrate alcune tecnologie quali la Tomografia Assiale Computerizzata (TAC), la Positron Emission Therapy (PET) e l’ adroterapia (terapia tumorale che utilizza protoni e nuclei atomici – ioni – soggetti alla forza detta ‘nucleare forte’ e per questo motivo chiamati adroni) e le strutture all’avanguardia del CNAO, il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica di Pavia, e le prospettive prossime di sviluppo.
Sono tanti gli attori che durante questa Notte Europea dei Ricercatori saranno a disposizione del grande pubblico: i dipartimenti di fisica delle Università coinvolte, gli Osservatori Astronomici, le sezioni degli Istituti di Fisica Nucleare. Tanti i ricercatori delle 11 città coinvolte, Roma, Frascati, Trieste, Bologna, Milano, Ferrara, Catania, Pisa, Bari, Cagliari, Pavia, pronti a mettere l’accento sugli aspetti più legati alla vita quotidiana che daranno dimostrazione di come si crea un ambiente favorevole e fecondo attraverso il quale si possono cogliere i “segnali del futuro”
Dalle 20 si potrà seguire l’evento attraverso twitter con hashtag #ern
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