Il nodo principale della crisi è legato alla situazione di forte difficoltà finanziaria nella quale versa una percentuale elevata delle imprese italiane.
Questa condizione è legata ad alcune caratteristiche strutturali che caratterizzano storicamente il tessuto economico nazionale, il quale è basato, in percentuale superiore agli altri Paesi europei, sulle piccole e medie imprese e sulle microimprese che rappresentano il tessuto produttivo dell’economia Italiana.
Tali imprese, a loro volta, si caratterizzano per dimensioni ridotte, per una scarsa capitalizzazione nonché per un basso standing creditizio, legato a sua volta alle ridotte dimensioni ed alla scarsa trasparenza che esse offrono ai fini della valutazione del emerito di credito.
Nel contesto generale della crisi dell’economia reale, la struttura imprenditoriale italiana è rapidamente incorsa in una situazione di forte difficoltà, avviata dal calo dei consumi e, soprattutto, degli investimenti, la quale ha a sua volta innescato un circolo vizioso nel quale l’aumento dei fallimenti e, conseguentemente, delle sofferenze bancarie, ha indotto le banche a politiche di credito più selettive, rendendo l’accesso al credito più difficile se non impossibile.
In tale quadro si inseriscono, come concause, due ulteriori circostanze: da un lato, l’incremento dello spread sui titoli del debito pubblico italiano e, dall’altro, i nuovi requisiti di capitalizzazione delle banche imposti da Basilea III, i quali hanno contribuito a precludere l’accesso ai canali di finanziamento con conseguente aumento del costo del credito per le imprese, ma non per le banche che hanno ricevuto miliardi di Euro dalla BCE all’ 1% senza trasferirli all’economia reale.
Ciò ha determinato uno squilibrio competitivo in danno delle imprese Italiane le quali scontano condizioni e costi di accesso al credito nettamente più sfavorevoli delle omologhe concorrenti europee, e che hanno visto, negli ultimi anni, ridursi drasticamente la quantità di credito erogato dal sistema bancario.
Anche la Regione Friuli Venezia Giulia con il Presidente Serracchiani devono fare qualcosa che non siano le “sterili” garanzie già prestate (le banche non concedono i finanziamenti già da tempo anche con queste garanzie) una cosa su tutte, fare in modo che la Finanziaria Regionale Friulia e Mediocredito concedano finanziamenti direttamente alle micro e piccole imprese.
Si tratta di operare una operazione coraggiosa del sistema regionale che consenta di indirizzare effettivamente le risorse pubbliche direttamente a favore del tessuto produttivo. Ciò anche e soprattutto in considerazione del fatto che le politiche di accesso al credito stanno assumendo una forte rilevanza quale asset strategico della nuova fase di programmazione comunitaria 2014-2020.
Il coordinatore del Mir per la Provincia di Gorizia
Dr. BASIGLIO-RIBAUDO Ettore Guido