mettere le mani tra le cose di un morto ti fa veramente rendere conto che quella persona non esiste più, perlomeno, nella tua realtà. il primo passo è svuotare frigorifero e dispensa, perchè i cibi sono le prime cose che possono andare a male, e se non fai piazza pulita immediatamente ti ritrovi poi con la stanza che puzza di carne guasta e frutta marcita.
ti assale una malinconia incredibile. quando vedi gli involti nel reparto freezer, le scatolette dentro gli armadietti, non puoi fare a meno di pensare che è stata lei a prenderli. è uscita, è andata al supermercato, l’ha percorso riflettendo su cosa le serviva per due o tre giorni, su cosa aveva voglia di mangiare. una persona che fa un gesto insignificante come la spesa è proiettata al futuro. gli ingredienti che compra sono scelti in base a un suo pensiero, e alla convinzione che preparerà un determinato pasto, che lo mangerà di gusto. e tu che resti, scopri che probabilmente quel giorno aveva voglia di filetto, che dalle scorte, credeva sinceramente di esistere ancora qualche giorno. che nella dispensa teneva la riserva delle tue bibite preferite, per quando andavi a trovarla.
scopri quanto era legata alla quotidianità, piccole cose che era una persona che non buttava via nulla. ritrovi oggetti, fotografie, regalini che le hai fatto quando eri una bambina, tutti attentamente riposti nei cassetti, come piccole reliquie.
e quando scopri tutto questo, una piccola parte di te spera quasi di rivederla. che spunti fuori un fantasma adirato perchè stai toccando le sue cose. invece sono proprioe quelle cose, l’obbligo di toccarle, manometterne la disposizione, che ti fa accettare la realtà: lei non c’è più
se dovesse capitarvi di vivere un lutto, non ritardate questo spiacevole momento. mettere in ordine gli oggetti del morto è una cosa che va fatta, e subito. se aspettassi un po’, non so se ne avrei il coraggio.