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Accettazione finale per il VST

Creato il 31 ottobre 2014 da Media Inaf
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VST all’interno della sua cupola. Credit: P. Schipani (INAF)

Ultimato il periodo di garanzia previsto dall’accordo internazionale ESO-INAF per l’utilizzo del telescopio ed esaurite le ultime azioni di competenza INAF, concordate nel 2011 in occasione dell’accettazione preliminare, attraverso una lettera del prof. A. Kaufer (ESO Director of Operations) del 27 ottobre 2014, ESO ha formalmente accettato in via definitiva il telescopio VST. In base all’accordo vigente INAF continuerà a supportare ESO nella gestione e negli upgrade del telescopio, oltre ad essere ampiamente protagonista nel suo sfruttamento attraverso le survey su tempo garantito e quelle pubbliche.

VST è un telescopio da 2.6 metri di diametro e 1 grado quadrato di campo, dotato di ottica attiva ed esclusivamente dedicato alle survey nel visibile, ancora oggi il più grande esistente nella sua categoria. E’ stato interamente progettato e realizzato in Italia da INAF e da industrie italiane, nell’ambito di una cooperazione sancita da un Memorandum Of Understanding fra ESO e l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte poco prima che la struttura partenopea confluisse in INAF. Lo strumento opera dal 2011 in Cile, a valle di un intenso periodo di commissioning al quale hanno partecipato ricercatori INAF di Napoli e Padova. Il progetto è stato supportato da ESO per tutta la durata del progetto, con la grande spinta in particolare di J. Spyromilio e R. Tamai.

Lo strumento è installato nell’osservatorio ESO di La Silla-Paranal, primo al mondo nelle statistiche di produttività scientifica, al fianco dei 4 telescopi che compongono il VLT, considerati i migliori attualmente esistenti per prestazioni e affidabilità: realizzare un telescopio per Paranal equivale a far gareggiare una macchina nella Formula 1 dei telescopi.

Giungere all’accettazione non è stata impresa facile: VST è situato in uno dei migliori siti del pianeta per le osservazioni astronomiche, ove ogni minimo difetto risulta immediatamente visibile sulle immagini; ha un campo di vista molto più ampio dei telescopi convenzionali, quindi è molto più sensibile ai disallineamenti; è soggetto agli stessi standard qualitativi dei telescopi ESO, che sono i più stringenti.

Nell’osservatorio ESO di La Silla-Paranal, VST è uno dei contributi di consorzi esterni più rilevanti per grandezza, complessità e dimensione economica, insieme al telescopio britannico VISTA. VST è il primo progetto strumentale a leadership INAF realizzato per ESO nella storia delle due organizzazioni.

Esprime grande soddisfazione Massimo Capaccioli, PI di VST e Consigliere di Amministrazione INAF: “VST è un progetto interamente made in Italy che dimostra ancora una volta come INAF, in cooperazione con l’industria nazionale, sia in grado di competere a livello internazionale nella realizzazione di strumenti per l’astronomia. Ringrazio uno per uno tutti, ma veramente tutti, quelli che hanno contribuito a ottenere questo grande risultato”.

“L’accettazione del telescopio è il traguardo finale di un lavoro immenso da parte di colleghi e amici, bravi e anche belli, con i quali abbiamo condiviso momenti entusiasmanti e altri in cui vedevamo il risultato di oggi allontanarsi” commenta Pietro Schipani di INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte, “questo lavoro lascia a INAF ed ESO, oltre a un telescopio perfettamente funzionante, competenze tecniche e manageriali acquisite in un contesto difficile: grazie a tutti”.

Soddisfazione la esprime anche Roberto Ragazzoni di INAF – Osservatorio Astronomico di Padova: ”Una notizia che fa piacere ma non sorprende, che giunge a coronamento di un lavoro di squadra in cui ognuno ha saputo offrire la sua competenza. Ottiche a grande campo come questa, che richiedono grande qualità ottica su una vasta porzione di cielo, richiedono la dedizione ed il know-how di un vasto gruppo e rappresentano una delle frontiere della strumentazione astronomica”.

“Le caratteristiche tecniche del VST sono tali da renderlo, in prospettiva, strumento strategico per lo studio dei transienti, in sinergia con rivelatori operanti oltre la tradizionale banda ottica” è il commento di Massimo Della Valle, direttore di INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte.

 Per Giampaolo Vettolani, Direttore Scientifico del’INAF “è un passaggio importante che sancisce il riconoscimento dell’alto valore tecnologico dello strumento e apre la via alla sua piena operatività, grazie alla quale sappiamo arriveranno significativi risultati scientifici”.

 

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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