Accidenti alle macchie di leopardo e a quelle di petrolio

Creato il 26 luglio 2010 da Artigianauta
E’ passato poco più di un anno da quando mi sono reso conto personalmente della crisi economica, trovandomi immerso sino al collo in una di quelle macchie di leopardo dove più forte è l’ effetto di ciò che il ministro Tremonti ha definito cambiamento epocale.Per non farvi pensare sin da subito allo sfogo solitario del solito artigiano sfigato o decotto che si lamenta del governo, dei politici, dei cinesi e delle globalizzazione, vi anticipo che vorrei dire cosa ho scoperto di positivo in questo periodo, non essendo troppo oberato di lavoro. Ho potuto ad esempio constatare un interesse crescente da parte dei media, anche se non ancora sufficiente, per il mondo della PMI e finalmente anche alcuni economisti e politici cominciano a vedere l’eccessiva burocratizzazione cui sono sottoposte, il difficile rapporto con le banche, i pagamenti troppo lunghi dagli enti pubblici e dalle grandi aziende alle piccole, il pagamento dell’ iva prima di averla incassata, l’eccessivo peso delle tasse, la mancanza di infrastrutture per la crescita, sopratutto al Sud, ecc. ecc.
Un grande lavoro di informazione e di denuncia dei pesi che gravano da sempre le PMI italiane viene infatti portato avanti con grande entusiasmo da Impresecheresistono, un gruppo di piccoli e medi imprenditori che si avvale della collaborazione fattiva di professionisti quali avvocati, commercialisti, giornalisti che hanno preso a cuore l’iniziativa. Nato originariamente in Piemonte, è oggi estesa ad altre regioni, libera e indipendente, porta avanti una serie di richieste a governo ed enti locali, come la riduzione al 2% dell' lrap e il pagamento delle fatture entro 45 giorni, che sono due dei nove punti che fanno parte del programma, e come si legge dall’ Home-page del sito ufficiale, ICRè una mescola di “ECCELLENZE”: Imprese che RESISTONO, che REAGISCONO e che INNOVANO!
Altra iniziativa, anche se di natura diversa, riguarda i lavoratori della Vinyls, fabbrica chimica in Sardegna, che hanno occupato l’ex carcere nell’isola dell’Asinara e facendo eco a un famoso reality, l’hanno ribattezzata l’ Isola dei Cassintegrati, aprendo anche un blog che aggiornano quotidianamente, efficace per far conoscere la loro storia al resto del paese e per fare pressione sulla multinazionale e sul governo, vivendo una sorta di comunità che non li fa sentire soli nell’affrontare le questioni che la vita pone innanzi.
Se dovessi scrivere per un giornale tipo Sole 24ore, con la missione di far brillare tutto ciò che segue la logica liberista, senza chiedermi se oggi si può usare tale termine per definire un sistema economico che da sempreè stato disequamente sostenuto da stati e governi e dopo aver visto le nostre banche superare venerdì questi cosiddetti “stress test”, possiamo affermare con sicurezza che siamo al riparo da nuove ricadute borsistiche, i mercati, da oggi in poi, saranno sempre positivi per la fiducia nuovamente ritornata. Che bello! Potremo rifinanziare il debito pubblico e non pagare interessi più esosi di quanto abbiamo rischiato di fare. Voi ci credete? Ma anche così fosse, ci sono ugualmente da fare pesanti tagli alla spesa pubblica, nel sociale, agli stipendi ( blocco degli scatti che è lo stesso), al precariato e alla ricerca già fortemente penalizzata, con conseguente aumento di disoccupati non solo tra i giovani, coloro che pagano il prezzo maggiore con l’ incertezza del futuro, ma anche tra gli ultracinquantenni che non rientreranno mai più nel mondo del lavoro. Inoltre non si escludono altre manovre finanziarie a cominciare dai primi mesi del 2011. Tutto naturalmente accade senza creare giustamente, eccessivo allarmismo o panico da recessione, ma nell’ indifferenza totale di tanti cittadini, sempre più pressati da notizie inutili che scopo non hanno se non distogliere l’attenzione da ciò che tra non molto sarà impossibile nascondere, e tanti ottimisti ad oltranza, dietro al pifferaio magico di turno, vorrebbero cancellare dal vocabolario tutte quelle parole che non si confanno ad una performance costretta ad essere sempre e comunquesulla cresta dell’onda, tra veline, billionaire e panfili di lusso, vestendo i marchi più costosi di un modo di vivere che si nutre d’ effimera apparenza, e che rende sempre più insoddisfatti e succubi di droghe alcol e vizi privati, come sempre più spesso si vede in tv. Tutto ciò, nel sistema del capitale è indispensabile per non fare cadere la fiducia dei consumatori, che devono rimanere disponibili anche a indebitarsi per avere il superfluo necessario.Finanziarie che prestano soldi anche a novantenni negli ultimi anni si sono moltiplicate come i conigli. Non c’è mattina che sotto il tergicristallo non si trovi un volantino che le reclamizzi, e che giorno dopo giorno non spuntino nuovi gratta e vinci, centri scommesse slot machine e superenalotti vari.
L’ incremento degli ordinativi dell’industria del 26,5 % a Maggio, detta così fa credere anche ai pessimisti più incalliti, che siamo usciti dal tunnel. Ma voi ci credete? Se pensate che le grandi imprese industriali rappresentano solo una piccola percentuale di tutta il prodotto interno lordo (PIL) del paese, subito si vede che si tratta di notizia a effetto, come così lo sono la maggior parte sui giornali.
Devo però ammettere in tutto questo, che ho più tempo per scrivere, per dipingere per fare tutto con più calma. Riesco a lavorare con tempi umanamente sostenibili, nessuno m’incalza più sulle consegne e non sono più stressato. La mattina leggo le notizie su internet, se mi va compro anche un quotidiano, a volte resto dieci minuti seduto al tavolino del bar con cornetto e caffè, se incontro un amico mi fermo tranquillamente a parlare con lui, faccio con calma la fila alle poste insieme ai pensionati, beati loro, per pagare il bollettino della multa, insomma mi sembra d’essere uno di quei famosi regionali che un tempo (oggi non so e mi auguro non sia più come prima) almeno così correva voce, non facessero nulla, tranne a bere un caffè dietro l’altro al bar dietro l’angolo, leggere il giornale, andare a comprare e fumare sigarette e se il caso, fare la spesa o rimanere direttamente a casa, risultando presenti in ufficio, eventualmente coprendosi a turno concolleghi e capiufficio. La differenza, anche se come battuta può essere noiosa e scontata, è che se io non lavoro nessuno mi da una lira; anzi per me lavorare è ormai un lusso, così che per continuare a farlo, pago tutto compreso circa millesettecento euro al mese contribuendo alle spese per Inps, Inail, Ici, Tarsu, consulenti, quote sindacali, studi di settore esclusi, sostenendo lo stato in questo difficile frangente. Mi sa chequalcosa non funziona e che non può durare a lungo.
Il vero problema a questo punto, dopo un anno dove non si vedono miglioramenti e specialmente in Sicilia, la macchia del leopardo si è fatta ancora più scura, è come dichiarare una resa, magari solo temporanea e riordinare le idee. Ho compreso infatti, e finalmente accettato personalmente, quanto forse ad altri era già stato chiaro prima; produrre artigianalmente senza aiuti, contributi e agevolazioni da parte dello stato risulta impossibile come lo è o lo era per la Fiat, che senza più incentivi e agevolazioni costringe Marchionne a fare i bagagli per produrre automobili in Polonia, Romania e Brasile.Tirando quindi le somme, posso affermare senza timore di smentita, che il mondo è realmente in una fase di cambiamento che Tremonti non esagera definendolo epocale. Non so, e non mi chiedo cosa ci aspetta, spero che qualcuno si assumerà l’onere per capire verso dove andare e come mantenere in piedi la possibilità di una vita civile e dignitosa per come in tanti l’abbiamo conosciuta, specie in occidente. Mi auguro solo non si continui a credere che, se tanti perderanno il lavoro nelle fabbriche, nella scuola e nel commercio e nella ricerca, la causa sia addebitabile a un fato imprevedibile come fosse un terremoto o uno tsunami e non a precise scelte di uomini in carne ed ossa. Le conseguenze delle politiche economiche di gente senza scrupoli come chi muove i giganteschi interessi delle multinazionali del petrolio in tutto il globo, pensate ad esempio ai danni nel Golfo del Messico, sono inimmaginabili per estensione e influenza nella vita quotidiana, immediatamente per gli abitanti nelle coste della California ma sempre e comunque per l’economia e l’ecologia nel resto del mondo. L’avessi provocato io un simile danno, ovviamente in proporzione, secondo voi, domani potrei andare a perforare ancora più in profondità sotto le coste della mia bellissima e contraddittoria Sicilia, non mi avrebbero messo in galera a vita o reso in ogni modo inoffensivo? A me si, un minuto dopo, ma vuoi mettere la British Petroleum, già il nome suona di potenza, mi ricorda King Kong, loro possono tutto e domani stesso la benzina potrebbe schizzare a tre euro; meglio fare buchi ovunque c’è odore di petrolio di soldi e di potere, che poi si distrugga tutto ciò che vive intorno è questione secondaria. Ai pellicani morti soffocati dalla schifosa morchia nera e puzzolente, ci abbiamo fatto l’abitudine, così come a tante altre schifezze mondiali e ad un certo potere politico-economico di casa nostra.Da questa svolta epocale o tornante della storia, per citare sempre chi dovrebbe tirarci fuori da quest’ impasse, cerchiamo di trarre per noi stessi, quanto meno una coscienza più profonda della realtà tutta, così da poter esprimere in tranquillità, qualora ne avessimo occasione, un giudizio più vero.

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