Pochi mesi fa, il Governo aveva ipotizzato che Parma potesse accogliere 350 persone, per mantenere le quali era disposto a spendere più di 3,3 milioni di euro. Ma Parma non è stata abbastanza svelta davanti alla sfida. Così, oggi, il numero è stato ridotto a 200, con una relativa disponibilità di spesa di circa 2,9 milioni, ancora una somma cospicua.A febbraio, la Prefettura di Parma aveva bandito una prima gara in cerca di organizzazioni disposte a curare l’accoglienza dei migranti, offrendo 3.368.750 euro, ma non è riuscita a trovare un numero sufficiente di posti dove collocare le persone attese. La Prefettura aveva stimato che l’accoglienza di persone immigrate in situazioni di emergenza potesse costare nel nostro territorio 3.368.750 euro per otto mesi, nel periodo dal 1° aprile scorso al 31 dicembre prossimo: sono 12.270 euro al giorno, ovvero – a 35 euro a persona – 350 persone.
Si sono fatte avanti solo sette aziende o onlus, che hanno garantito l’accoglienza di 174 persone, con lievissimi sconti sul rimborso offerto di 35 euro. Le realtà coinvolte sono il Gruppo Amici onlus di Fidenza (50 posti), l’albergo Chiara di Angelo Bussolati a Tabiano (40), il Consorzio Fantasia onlus di Varano Melegari (25), la comunità Talita Kum di Salsomaggiore (20), il circolo polisportivo Il Cervo di Collecchio (16), gli Amici Opera Salesiana srl a Montechiarugolo (15) e la coop Aurora Domus (8).
In questi giorni la Prefettura ha avviato una seconda selezione per cercare altri spazi per gli immigrati, quelli non coperti con il primo bando. L’offerta è di 1.288.000 euro per il periodo 1° luglio-31 dicembre, a 35 euro al giorno per persona. Gli immigrati che si vogliono ospitare a Parma ora sono dunque esattamente 200, 150 meno della possibilità iniziale.
L’emergenza dei profughi è un dramma che non è iniziato certo quest’anno. L’anno scorso la Prefettura di Parma ha speso 1.138.970 euro per l’accoglienza di gente scappata da guerre, fame e persecuzione in Paesi africani e mediorientali, sbarcati sulle coste meridionali dell’Italia e poi accompagnati in Emilia, compresi 4.200 euro pagati alla Tep per i trasporti. Somme che stanno crescendo rapidamente: poco meno di 200mila euro per i mesi fra marzo e giugno (50mila al mese) e circa 940mila per il periodo luglio dicembre (quasi 150mila al mese).
Il grosso del lavoro – e dei compensi – vanno a chi si occupa dell’ospitalità. Chi dice che sono gli stessi immigrati a guadagnare dalla loro condizione di profughi, sbaglia di grosso: il denaro finisce in realtà locali, chi ha saputo organizzarsi e ha aperto le porte ai nuovi arrivati. I nomi sono sempre un po’ gli stessi. L’anno scorso, l’associazione Protezione della giovane ha accolto persone con un compenso di 28mila euro, la coop Aurora Domus 45mila, la polisportiva Il Cervo 48mila, la comunità di Betania 61mila, il consorzio Fantasia altrettanto, l’Opera Salesiana 88mila, l’albergo Chiara di Tabiano ha affittato camere all’operazione Mare Nostrum incassando 92mila euro, Talita Kum 120mila, l’associazione Gruppo Amici 245mila, la Caritas diocesana di Parma 247mila.
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