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Accoglienza immigrati: la Puglia punta sull’integrazione

Creato il 14 gennaio 2012 da Lalternativa

Migliorare la distribuzione degli immigrati provenienti dal Nord Africa sul territorio pugliese, prevedendo la loro presenza in un numero massimo di 100 per Comune e di 50 in ogni struttura ricettiva; favorire la loro integrazione socio-economica; e rafforzare il ruolo degli enti di tutela che si occupano, fra l’altro, dell’insegnamento della lingua italiana, di mediazione culturale e di assistenza legale.

Sono questi alcuni degli obiettivi al centro della seconda fase del Piano di accoglienza con cui la Regione Puglia ha fronteggiato, da aprile 2011 a oggi, l’arrivo di oltre 1.500 cittadini stranieri, 195 dei quali richiedenti permesso di soggiorno transitorio, e 1.300 richiedenti asilo. Tutti sono stati dislocati nelle oltre 40 strutture di accoglienza, pubbliche e private, che al momento ospitano, in totale, 1.400 migranti in prevalenza provenienti da Ghana (14%), Mali (16%) e Nigeria (28%).

A incontrare i giornalisti, oggi a Bari, sono stati, fra gli altri, gli assessori regionali alle Politiche migratorie, Nicola Fratoianni, e alla Protezione civile, Fabiano Amati. Quest’ultimo ha spiegato che ”la Puglia, nell’elaborare il Piano di accoglienza che ha ricevuto diversi encomi anche dal capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli, ha avuto la possibilita’ di vedere la tendopoli di Manduria, e quindi di capire tutto cio’ che non doveva essere mai fatto”. Inoltre, Amati ha sottolineato il ruolo dei sindaci che e’ stato ”fondamentale nel diffondere nei territori la cultura della solidarieta’ tipica della Puglia, mettendo a tacere il chiacchiericcio di chi voleva alimentare rivolte popolari contro la presenza di immigrati”.

Fratoianni ha ricordato che ieri, nel corso della visita istituzionale al Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Bari, la ”portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr, ndr), Laura Boldrini, mi ha chiesto di inviarle lo schema del nostro Piano di accoglienza per farne un modello da estendere in tutta Italia”.

Nel corso dell’incontro e’ stato anche evidenziato l’impegno delle strutture sanitarie pugliesi che, ”nonostante le difficolta’ oggettive che vive il sistema, sono riuscite a garantire assistenza a ogni singolo straniero giunto nella nostra regione”.

Risultati e criticita’ del Piano di accoglienza saranno monitorati da un nucleo composto da Regione, Anci, Ares, questure, prefetture e Enti di tutela, gia’ coinvolti nella Cabina di regia che si occupa del quadro globale del Piano.


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