Accomandàre
Dal provenzale acomandar, composto del latino ăd e commendāre ‘affidare’.
Verbo transitivo.
1. (antico, letterario) Affidare, raccomandare: la donna, accomandatigli a Dio, da lor si partì (Boccaccio); Bianca, se m’ami, io t’accomando i figli (Alfieri).
Anche riflessivo, accomandarsi a qualcuno: porsi sotto la sua protezione.
2. (antico, letterario) Fissare, assicurare: accomandato ben l’uno de’ capi della fune ad un forte bronco (Boccaccio).
Adattare, attaccare: Accomanda il nervo alla cocca (D’Annunzio).
Una (parola) giapponese a Roma
Sarai [sa’raj]
Voce turca saray, dal persiano saray ‘palazzo’.
Sostantivo maschile invariabile.
(storia) Presso i Turchi ottomani, palazzo.
Per antonomasia, il palazzo imperiale di Costantinopoli.
Pàdre padróne
Dal titolo del romanzo autobiografico di G. Ledda (1975).
Anche padre padrone.
Locuzione sostantivale maschile.
Personaggio tirannico e intransigente che considera e tratta i figli come oggetti di sua proprietà.
Parola derivata da opera letteraria proposta da Marco Marcon.
Franco Palazzi ci corregge l’etimologia della parola ungherese verbunk, pubblicata ieri.
— Werbung in tedesco significa pubblicità. Per arruolamento ho trovato Anwerbung. —
Per un pugno di conchiglie
Ventiquattresimo libro, terzo indizio
Comunque, la storia va avanti: il nostro prigioniero conosce i notabili del posto dove è costretto, ascolta storie, risolve piccoli problemi suoi e altri alle persone del luogo. Anche problemi di salute.