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Accompagnare un parente disabile al 100% a fare una visita al Gemelli. Cose normali in tutto il mondo che qui si trasformano in un incubo. Da raccontare

Creato il 09 luglio 2014 da Romafaschifo
Accompagnare un parente disabile al 100% a fare una visita al Gemelli. Cose normali in tutto il mondo che qui si trasformano in un incubo. Da raccontare
Accompagnare un parente disabile al 100% a fare una visita al Gemelli. Cose normali in tutto il mondo che qui si trasformano in un incubo. Da raccontare
Accompagnare un parente disabile al 100% a fare una visita al Gemelli. Cose normali in tutto il mondo che qui si trasformano in un incubo. Da raccontareMercoledì scorso ho accompagnato mio zio, disabile al 100%, al Gemelli per una visita ortopedica. Giro tutti, e ci tengo a sottolineare tutti, i parcheggi della struttura. Nessuno ha l'ascensore funzionante per disabili nonostante che al Gemelli il costo della sosta sia di 3 euro ogni ora. Lascio mio zio all'ingresso principale ad aspettarmi in carrozzina da solo e torno al parcheggio, dove lascio la vettura.

Andiamo nel reparto e al pagamento del ticket mi viene contestato il fatto che mio zio sia disabile (condizione visibile ed evidente a tutti solo a vista), già un ottimo inizio.

Prendo il numero e andiamo in attesa con il numero 1.
Dopo essermi visto passare davanti ben 5 persone (dopo un'ora di attesa), spazientito mi reco a chiedere spiegazioni.
Non ci crederete mai, ma la cartella di mio zio è scomparsa!
La porta da dove partono le cartelle (dove si paga il ticket) è davanti a quella delle visite ortopediche. Saranno distanziate da 70 centimetri volendo esagerare!
Ovviamente parte il ping pong di responsabilità, è colpa tua, no è colpa loro, è colpa del meteo, governo ladro ecc...
Dopo un'ora di litigate, un medico molto gentile, finalmente, ci viene ad ascoltare e riesce, dopo varie discussioni con i suoi colleghi, a farci fare questa benedetta visita.

Considerate che l'appuntamento era per le 8 ed ero il numero 1, siamo entrati alle 11.40 con il numero 19.

Finalmente ci avviamo all'uscita, dove ovviamente devo lasciarlo all'ingresso da solo per recuperare l'auto.

Vado nel parcheggio, mi reco al tornello, così come ho fatto tante altre volte, premo il tasto info per chiedere ai gestori del parcheggio se possono aprirmi la sbarra in quanto titolare di regolare permesso disabili considerando che ho la persona disabile ad aspettarmi all'ingresso da solo.

Il "gentilissimo" signore del Gestipark (la società che gestisce la miniera d'oro... ehm scusate il parcheggio), si rifiuta di aprirmi e mi chiede di tornare all'ingresso per convalidare nei loro uffici il mio tagliando! Ovviamente arrivando al tornello per uscire, ho dovuto spostare l'auto e alle 12 il Gemelli è stracolmo!

Risultato: Non c'è più posto nel mio parcheggio!
Altra ora persa a trovare un nuovo posteggio, con sempre mio zio in attesa sulla sedia a rotelle all'ingresso dell'ospedale.
Torno dentro, vado nel loro ufficio, sito nel sotterraneo dell'ospedale, con ben tre scalinate in metallo che sfido qualsiasi disabile del mondo a percorrere, convalido la tessera, torno al parcheggio, recupero l'auto e vado a prendere mio zio per uscire.
Allego le foto dei cartelli affissi su tutti gli ascensori rotti dei parcheggi, pieni d'insulti di gente disperata (quindi è chiaro che sono rotti da tempo), e la scalinata dove secondo questi simpatici signori della Gestipark, i disabili dovrebbero convalidare i loro tagliandi del parcheggio.
Lettera Firmata

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