Soddisfazione per la decisione ucraina è stata espressa dal Cremlino, che in una nota plaude alla decisione “del nostro strettissimo partner di ottimizzare e sviluppare la cooperazione economica e commerciale con la Russia”: il voltafaccia di Kiev all’Ue è infatti in tutto e per tutto una vittoria di Putin, che non ha mai nascosto il suo disappunto per la (fino a poche ore fa) possibile integrazione tra l’Ucraina e Bruxelles, e lo ha fatto più volte pesare nei numerosi vertici delle scorse settimane con il suo omologo ucraino Janukovic.
Tutto questo pressing, incluso quello energetico posto in atto dalla Gazprom per via dell’annosa questione del debito sulle forniture di gas, ha generato un crescente nervosismo all’interno della dirigenza ucraina, intimorita dell’impatto che l’accordo con l’Ue avrebbe potuto avere nelle altrettanto importanti relazioni con i paesi vicini: giusto ieri il premier Azarov aveva ammesso che sono state già registrate significative perdite economiche dovute alla riduzione del volume degli scambi commerciali con Bielorussia e Kazakhstan, entrambi membri dell’Unione Doganale Centroasiatica.
Il presidente Janukovic, da Vienna dove si trova in visita ufficiale, ha spiegato che l’Ucraina rimane aperta all’Europa e che l’integrazione con i mercati comunitari potrebbe essere rinegoziata in un successivo momento. A chi gli chiedeva se la decisione di abbandonare le trattative fosse collegata alla vicenda-Timoshenko, Janukovic ha risposto che la questione è materia del Parlamento e che deve essere risolta nel rispetto esclusivo delle leggi ucraine.
La clamorosa decisione di abbandonare le trattative con l’Ue non mancherà di far aumentare le tensioni tra il governo e i seguaci della Timoshenko: pochi giorni fa il leader del partito Batkivschyna, Arsenij Yasentsjuk, aveva annunciato un impeachment contro Yanukovic se quest’ultimo avesse ostacolato il percorso di adesione all’Unione Europea.