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Aconzio e cidippe e la mela cotogna

Creato il 02 settembre 2015 da Speradisole

ACONZIO E CIDIPPE E LA MELA COTOGNA

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Aconzio, un giovane dell’isola di Ceo, bello e ricco, giunto a Delo per partecipare alle sue feste, vide una leggiadra fanciulla accompagnata dalla nutrice.

Della giovane, che si chiamava Cidippe ed era figlia di un personaggio importante di passaggio a Delo, Aconzio s’innamorò a prima vista. La seguì fino al tempio di Artemide dove la giovane si sedette per assistere al sacrificio. Allora il ragazzo, raccolta una mela cotogna, scrisse sulla buccia con la punta del coltello: «Giuro per il tempio di Artemide di sposarmi con Cidippe». Poi lanciò la mela in direzione dell’amata. La nutrice la raccolse e la porse a Cidippe che, innocentemente, lesse ad alta voce l’iscrizione. Quando la fanciulla si accorse del significato delle parole, indispettita, gettò lontano il frutto, ma ormai aveva pronunciato pubblicamente, alla presenza della dea che faceva da testimone, la formula che la legava ad Aconzio.

Questi rientrò in patria consumandosi d’amore per colei che considerava la sua fidanzata. Nel frattempo il padre di Cidippe aveva scelto per la figlia un fidanzato, senza consultarla. Ma appena cominciarono le feste, la giovane si ammalò così gravemente che si dovette rinviare la cerimonia, e la cosa si ripeté inspiegabilmente per altre tre volte.

La notizia di queste malattie giunse fino alle orecchie di Aconzio che accorse ad Atene, dove il suo amore divenne presto la favola di tutta la città mentre qualcuno sospettava che egli avesse stregato la ragazza.

Al padre non restò altro da fare che recarsi a Delfi, dove il dio gli rivelò che Cidippe era legata da un sacro giuramento e la collera di Artemide l’avrebbe punita ogniqualvolta fosse stata sul punto di giurare il falso. Non rimase che informarsi sulla famiglia del giovane e questa risultò degna di quella della fanciulla, sicché si poterono finalmente celebrare le nozze.

(Alfredo Cattabiani – Florario)



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