Ed è solo il risultato 2011. L’acqua ha vinto sempre sull’uomo. I contadini, gli uomini di un tempo lo sapevano e nella loro saggia ignoranza tenevano conto dell’acqua con rispetto, la incanalavano, la conservavano. L'acqua ricambiava con un'alluvione ogni tanto, non ogni anno.Noi viviamo in campagna, non siamo contadini, siamo architetti ma cerchiamo di avere un po’ della saggezza del contadino. Con l’acqua abbiamo fatto i conti questo fine settimana e per fortuna abbiamo vinto noi. Viviamo sulle alture di Savona, su un colle, non abbiamo corsi d’acqua vicini che possano esondare, non abbiamo locali interrati che possano essere allagati. Potevamo dormire sonni tranquilli. Invece no. Ci siamo svegliati dal rumore sordo dell’acqua che correva letteralmente nell’aia che abbiamo davanti a casa cercando una via di fuga. Abbiamo una canalina “progettata” da qualche vecchio contadino allo scopo ma era intasata di foglie e piccoli sassolini. L’abbiamo liberata ma l’acqua che arrivava era ancora tanta e arrivava con una velocità esagerata, passava oltre, era troppa. Allora abbiamo risalito la corrente e abbiamo trovato un’altra via pensata dal contadino, un’altra via di fuga, intasata. Abbiamo liberato anche quella e la situazione davanti a casa sembrava migliorare. Abbiamo osservato il fiume di fango che correva lungo la strada alle spalle della nostra casa, deviava tutto verso di noi, andava raddrizzato. Mauro come un castoro ha iniziato a sovrapporre sassi e fango e ha deviato la corrente verso i campi. E’ cambiato tutto, l’acqua ha perso potenza, velocità, colore.
La pioggia è tornata pioggia, normale.
Abbiamo vinto per tre motivi: l’acqua era poca, il contadino di un tempo aveva lavorato bene (le vie di fuga c’erano, erano solo intasate), noi c’eravamo, svegli, a pulire. La prossima volta puliremo prima, non toglieremo solo le foglie secche dal nostro giardino e dalle nostre canaline ma faremo una passeggiata un po’ più ampia, le toglieremo anche dal vicino che dorme fino a mezzogiorno e che vive in campagna solo perché le case costano meno, le toglieremo dalla strada perché il comune non ha i soldi per farlo, libereremo le canaline di scolo perché con l’acqua non si scherza, l’acqua scorre e se trova chiusa una strada ne trova un’altra, non sente ragioni.
Questa piccola esperienza di alluvione (scampata) riflette molti dei problemi enormi della Liguria e dell’Italia nell’affrontare l’emergenza. Proviamo ad elencarli:
⌂ Si costruisce troppo. Cos’è la cementificazione e perché crea tanti problemi? Il geologo Mario Tozzi ne parla qui ed è molto chiaro.
⌂ Si costruisce male. Non c’è coscienza. Non si tiene conto dell’acqua, del territorio, dell’insieme. Il singolo vuole costruire e costruisce, spesso con il benestare di un’amministrazione scellerata, spesso abusivamente con il benestare sordo e cieco di chi vede e non denuncia. Perché chi denuncia, in Italia, ha più problemi di chi commette reato, chi denuncia è ricattabile, sempre. Chi denuncia si attira l’odio, altre denunce, problemi. Testa sotto la sabbia, sempre e comunque.
⌂ Non si progetta. Conoscete qualche architetto o qualche ingegnere o qualche geologo? Lavorano tanto? A noi non sembra. Lavori edili ovunque, guardatevi intorno. Ma l’architetto non c’è, l’ingegnere men che meno, figuriamoci il geologo. Le ristrutturazioni si fanno con il muratore, se proprio serve una firma c’è il geometra. Se non se ne può fare a meno si chiama l’architetto e si fa firmare ma non si vuole la sua opinione, il suo parere. L’ingegnere firma le putrelle che il muratore mette comunque, ma non si vuole la sua responsabilità perché bisogna PAGARLA. Il geologo non è obbligatorio e allora non si interpella. Bisogna PAGARLO. Quello che costruite spesso ha delle conseguenze, i professionisti servono a capirle. Interpellateli, i consigli a volte sono gratis. Quello che viene costruito a volte crolla e non ci sono responsabili. Chissà perché?
⌂ Non si fa manutenzione. Le nostre canaline vanno pulite dalle foglie secche, non solo quelle dei nostri alberi. In grande scala funziona allo stesso modo. Vanno puliti i fiumi, i tombini, le strade. Se non lo fa il comune dobbiamo farlo noi, è questa la coscienza collettiva che abbiamo perso. Quando lo capiremo?
Oggi è dura essere brevi e tantomeno leggeri.
La rabbia è un fiume in piena e siamo impotenti. Abbiamo vissuto quattro anni a Genova, vedere questo ci fa tremare.