Animalista convinta, vive col marito, tre figli, cinque gatti, due capre, un cane e un cavallo in una comunità ambientalista a nord di Chicago. È autrice di best sellers come Riding Lessons e Acqua agli elefanti (pubblicato in Italia nel 2007 da Neri Pozza e nel 2011 da Beat). Per scrivere Acqua agli elefanti (tradotto in 44 lingue e venduto in oltre 4 milioni di copie) si è attentamente documentata sui circhi itineranti degli anni Trenta, durante la Grande Depressione, e sui trattamenti che riservavano agli animali. Da questo romanzo è stato tratto il film omonimo di Francis Lawrence nel 2011.
Sito: http://saragruen.com/
Acqua agli Elefanti
Titolo: Acqua agli elefanti
Autore: Sara Gruen
Edito da: BEAT
Prezzo: 9,00 €
Genere: Romanzo,Narrativa, Storia
Pagine: 363 p.
Voto:
Trama: In un giorno degli anni Trenta a Norwich, una piccola città del Connecticut, passa il treno che trasporta “Il Più Strabiliante Spettacolo del Mondo dei Fratelli Benzini”, uno di quei circhi itineranti che attraversano in lungo e in largo l’America stremata dalla Grande Depressione col loro strabiliante carico di donne-cannone, nani, mostri e animali esotici. Jacob Jankowski, giovane studente di veterinaria di Norwich, accetta di buon grado la proposta, avanzatagli da Zio Al, il megalomane proprietario del circo dei Fratelli Benzini, di curare gli animali del circo. In quel mondo, sottoposto ai capricci e agli umori del volubile direttore e domatore August Rosenbluth, Jacob viene profondamente turbato da due seducenti figure: Marlena, la bella moglie di Rosenbluth, la ragazza che lascia ogni sera stupefatti gli spettatori coi suoi numeri acrobatici ed equestri, e Rosie, l’immensa, pacifica elefantessa che brama limonate e sembra incapace di obbedire al più semplice dei comandi. Un turbamento pericoloso, visto che sia Marlena che Rosie sono in balìa di Rosenbluth, prime vittime della sua gelosia, dei suoi instabili umori e della sua inarrestabile violenza.
Recensione
di Lirit
“Quando mi avvicino sorride e poi si strofina l’occhio, contraendo la punta della proboscide come un pugno. La osservo per un paio di minuti e poi scavalco la fune. Lei appiattisce le orecchie e socchiude gli occhi. Ho un tuffo al cuore, perché la interpreto come una reazione alla mia presenza.”
“Voglio anch’io un circo al quale poter scappare!” È la prima cosa che mi è venuta in mente quando ho terminato l’ultima pagina di questo libro dalla trama originale e la narrazione amabile.
Sara Gruen ha saputo dar vita ad un romanzo che coinvolge e ci catapulta nel fantastico mondo di lustrini e cavalli, pagliacci e domatori. E così, magicamente, ci ritroviamo a vivere tra serragli e bancarelle, tra felini e ruminanti, saltimbanchi e trapezisti, con la “squadra volante”, gli scaricatori, gli addetti alla pulizia degli animali, gli operai, i veterinari e, per la prima volta, veniamo in contatto con tutto quel mondo che è in secondo piano, che è dietro alle quinte e si assicura che lo spettacolo vada avanti nel miglior modo possibile.Devo ammettere di aver letto questo libro spinta dalla curiosità che il gran tam tam pubblicitario del film ha causato e questa è la mia conclusione alla fine: risulta essere una bella scoperta, un romanzo delicato e crudo allo stesso tempo, dall’argomento originale che ci svela cosa si cela dietro le mirabolanti esibizioni, le coinvolgenti musiche e i luccicanti lustrini di un circo. Ci svela che la vita del circo è davvero dura, sia per i “vip” che per gli operai, fatta di veri e propri orrori, se si pensa ai maltrattamenti verso animali, ma fatta sicuramente anche di amicizia e complicità, svelandoci che la vita circense, così come l’arte circense, è davvero affascinante.
Considerando l’ambientazione della storia e il mondo nel quale si sviluppano le vicende dei protagonisti, rimango del tutto spiazzata positivamente da questa delicata storia d’amore che prende vita nella Storia degli anni ’30, gli Stati Uniti della grande depressione, il proibizionismo, il circo con le sue attrazioni umane, i cosiddetti Freak utili solo a soddisfare le curiosità degli spettatori.
Per scrivere questo suo romanzo, Sara Gruen si è documentata facendo un grande lavoro di ricerca storica, ha inserito fatti realmente accaduti, fatti curiosi che ha letto in documenti di quegli anni creando una storia fantastica ma del tutto realistica con descrizioni molto accurate che sembrano capaci di riprodurre, nella nostra mente, fotografie in bianco e nero dell’epoca. Ad esempio, la storia di un elefante che non obbediva al suo domatore, che capiva la lingua polacca e al quale piaceva la limonata, era stata riportata dai giornali dell’epoca, così come è vera la storia di un circo abbandonato a se stesso per poi essere prelevato da un altro circo scegliendo animali o persone da portare via o come la notizia vera sulla fuga di animali da un circo americano.
Ed è in uno di questi circhi, in uno di questi “calderoni” che Jacob troverà rifugio dopo la tragica morte dei suoi genitori. Tra animali da accudire, nani e freaks, diventerà uomo, vivendo in una rigida gerarchia sociale circense, a contatto con un gergo duro e regole ferree da rispettare; imparerà a essere uomo e farà suoi i grandi valori della vita: l’amicizia, il coraggio, l’altruismo, la dedizione, l’amore, la difesa dei più deboli.
Ogni personaggio è tratteggiato in modo abbastanza concreto, anche se a volte si ha l’impressione che, sia i tratti che i sentimenti dei personaggi siano un po’ sottintesi, quasi che il lettore debba calarsi nei panni dei diversi protagonisti e trarre le proprie conclusioni riguardo le loro emozioni. Ma anche con questo neo narrativo tutti i personaggi non passano affatto inosservati e la storia risulta scritta in modo semplice e chiaro, non troppo mielosa o sdolcinata e i capitoli del libro si leggono uno dopo l’altro, in una continua altalena tra passato e presente, in un alternarsi di flashback. Con lo scorrere delle pagine si scorre nella vita del protagonista Jacob, nella vita della sottomessa cavallerizza Marlena, che avrà il suo riscatto dal crudele August e insieme con il suo amore Jacob porterà con sé il segreto della morte di un essere psicopatico come era suo marito e ci si arriva ad affezionarsi a Rosie e a tutti i componenti di questa grande famiglia che è il circo.Mentre leggevo, riflettevo che i temi trattati sono davvero molteplici e uno che mi ha affascinata e fatto tenerezza è sicuramente il tema della vecchiaia. Il romanzo inizia con i pensieri del protagonista, oramai novantenne, in balia di infermiere, di compagni petulanti, rinchiuso in un ospizio, senza essere ascoltato e costretto a prendere pillole che non vuole.
Anche se è il corpo a essere stato sottomesso al passare inesorabile del tempo, e con tutto quello che subisce e non subisce, costretto a restare seduto su una carrozzella ad aspettare l’arrivo dei figli che non verranno mai, alla fine Jacob riuscirà a riavere il suo riscatto, a (ri)conquistarsi un posto nel fantastico mondo del suo amato circo e a tornare lì dove tutto iniziò e lì dove è giusto che tutto finisca.Lo stile risulta essere alquanto altalenante, a volte, e i primi capitoli infatti sono un po’ lenti e noiosi, inoltre la passione e l’amore che coinvolgono i protagonisti sono un pochino piatti a mio parere, forse c’era bisogno di un approfondimento introspettivo un po’ più dettagliato. Rimane comunque una piacevolissima lettura, affascinante e originale, un libro che si legge tutto d’un fiato, ti prende e ti trascina con sé, sui binari della grande America in viaggio con il “più strabiliante spettacolo dei fratelli Benzini”.