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Acqua e omeopatia

Creato il 15 novembre 2012 da Informasalus @informasalus
CATEGORIE: Salute , Omeopatia
acqua
Dal punto di vista omeopatico l’acqua più valida è quella che scaturisce da sorgenti di alta montagna e in luoghi lontani da terreni agricoli, purché contenuta in bottiglie di vetro e non clorata

C’era una volta l’acqua. L’acqua e basta. Si apriva il rubinetto e veniva, la si beveva e si chiudeva il rubinetto. Punto. Da quel tempo beato molta acqua (è il caso di dirlo) è passata sotto i ponti. Oggi il rubinetto di casa fornisce ancora acqua potabile, ma poi accanto ad essa ci sono le miriadi di acque in bottiglia: oligominerali, povere di sodio, ricche di sali, da terreno vulcanico oppure roccioso, addizionate di CO2 per fare tante bollicine oppure naturali, da fonti lontane o vicine…
In genere sono sane, salvo qualche eccezione. Potabili? Dipende da cosa s’intenda con tale termine. Mortale non è nessuna, si capisce, ma poi un’acqua calcarea che alla lunga faciliti l’insorgenza di calcoli, la chiamiamo potabile o no? Con tale precisazione e per quanto riguarda la sete pura e semplice, l’acqua degli acquedotti comunali in genere va anche meglio di certe acque “minerali” d’infimo ordine. Quando, si parla di omeopatia, però, il discorso cambia completamente.
L’omeopatia richiede eccipienti o diluenti il più possibile puri. In particolare, l’acqua che si beve durante un trattamento omeopatico e, a maggior ragione, quella che si adopera per sciogliere i globuli, deve avere caratteristiche particolari ed essere più che sicura, esente da inquinanti chimici (p. es., residui di anticrittogamici o diserbanti, che possono essere presenti in falde della Val Padana) o da altra contaminazione, come avviene p. es. per l’acqua in contenitori in pvc esposti al sole o alle acque trattate con cloro.
Dal punto di vista omeopatico quindi, l’acqua più valida è quella che scaturisce da sorgenti di alta montagna e in luoghi lontani da terreni agricoli, purché contenuta in bottiglie di vetro e non clorata.
Come l’acqua Plose, un’acqua particolarmente pura che risponde bene a questi selettivi requisiti. Essa, infatti, è attinta in Alto Adige, nel Parco Naturale di Puez da una sorgente posta a un’altitudine di 1870 metri, circondata da boschi e da prati adibiti a pascolo d’estate e a campi da sci in inverno.
Un’acqua la cui purezza è attestata da uno studio effettuato dal nostro stesso dipartimento scientifico: per la sicurezza nostra e dei nostri pazienti. Risulta che l’acqua Plose ha un residuo fisso inferiore ai 35 mg/litro con un pH tra 6 e 7, contenuto di nitrati inferiore a 2 mg/lt. e di sodio inferiore a 3 mg/lt. È esente da atrazina, da cloro o da altri composti tossici e pur tuttavia tollerati, per legge, in altre acque considerate potabili, in misura tale da indurre negli omeopati forti perplessità.
La nostra Federazione, dunque, durante qualsiasi trattamento omeopatico sconsiglia acque che potrebbero inficiare, almeno in parte, il trattamento stesso.



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