Se allarghiamo lo sguardo sul nostro pianeta,scopriamo che un quarto della popolazione della Terra non ha accesso all'acqua potabile.
E ancora che oltre due miliardi di persone non possono usufruire di servizi igienico-sanitari di base proprio per mancanza d'acqua.
Eppure l'acqua è l'elemento da cui scaturisce la vita biologica.
Tutte le grandi religioni, ad esempio, attribuiscono all'acqua un profondo significato simbolico.
Gli ebrei benedicono con l'acqua, i cristiani battezzano con l'acqua, i musulmani si purificano con l'acqua prima della preghiera, gli indù si purificano anch'essi bagnandosi nelle acque del Gange.
L'acqua dunque, oltre a soddisfare la sete dell'umanità, è un riferimento simbolico straordinario per ogni popolo.
Esiste tuttavia anche un aspetto economico legato all'acqua, che non può essere sottovalutato. Anzi.
L'acqua viene, infatti, utilizzata in agricoltura e nelle attività industriali.
Il 70% dell'acqua è utilizzato per le coltivazioni agricole a livello mondiale e ciò significa cibo per l'umanità.
Il 20% serve per l'industria, che ci offre merci e servizi. E solo il 10% è adoperata realmente per uso domestico.
A fronte di questi dati non bisogna però dimenticare l'abbassamento delle falde acquifere, il cambiamento climatico in atto e l'industrializzazione incontrollata dei Paesi emergenti.
Tutto ciò pone un grosso interrogativo etico sull'utilizzo dell'acqua sul nostro pianeta.
E cioè: può l'acqua obbedire solo alle regole del mercato?
Per i benpensanti...assolutamente no.
Per questo occorre dire "no" alle leggi del profitto, che parlano di privatizzazione.
Semmai ci vuole che maturi in tutti una coscienza solidale per affrontare un problema, come questo dell'acqua, che è e deve restare un bene prezioso per tutti gli esseri viventi. Quale che sia la specie.
Alimentazione, salute,ambiente sano, migliori standard di qualità della vita, sono tutti pilastri fondanti del vivere, che fanno riferimento all'accesso all'acqua.
Quindi mai acqua uguale merce privata. Per nessuna ragione.E da nessuna parte.
In Africa e in altri Paesi in via di Sviluppo ci si ammala e si muore per mancanza d'acqua e non solo nei periodi di grosse siccità.
Le multinazionali in America Latina tolgono l'acqua agli indios per costringerli ad abbandonare le loro terre.
Altrove si arriva ad avvelenare l'acqua ,nelle riserve, autentici ghetti, per decimare popoli,considerati minoranze inutili in quanto non inseribili nelle logiche mercantili dell'uomo bianco.
Il referendum del 12 giugno ci dà l'opportunità di esprimerci e bisogna farlo.
Ricordandoci che la vita senza acqua non è vita. E' impossibile.E che il diritto all'acqua è un diritto inalienabile ovunque e comunque.
E ancora che il bene comune deve sempre prevalere sull'interesse di parte, se vogliamo essere onesti con noi stessi e con gli altri.
Vicini o lontani che siano.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)