Acqua pubblica: consigli comunali siciliani tornano ad approvare ddl popolare. Menfi delibera ieri sera
Creato il 17 luglio 2013 da MichelebottaTale iniziativa politica s’inquadra a meno di un mese di distanza dalla la presentazione da parte dell’assessore del Governo Crocetta, Nicolò Marino, di un disegno di legge che azzera sei anni di mobilitazioni a favore della gestione pubblica e delle risorse idriche: il testo presentato dal Governo regionale, infatti, aggira l’indicazione politica dei referendum del 2011 e, cosa ancor più grave, ignora la portata democratica della grande e continuativa mobilitazione popolare e degli enti locali che ha portato alla stesura del testo di legge di iniziativa Popolare e dei Consigli Comunali presentato già nel 2010, accompagnato dalla deliberazione di 135 Consigli Comunali e del Consiglio Provinciale di Messina, e da 35.000 firme dei cittadini, con il quale si disegnava una riforma complessiva ed organica del ciclo delle acque attraverso l’istituzione dell’autorità di bacino, nel rispetto della normativa comunitaria.
In sintesi il disegno di legge Crocetta non prevede la ripubblicizzazione, ma mantiene le tre forme di gestione già previste dalla legge Galli (misto, privato, pubblico) ed il sovrambito privatizzato al 75% ed in mano alla multinazionale francese Veolia. Non tiene conto dell’art. 14 dello Statuto della Regione che ha rango costituzionale e che assegna “competenza esclusiva in materia di Acque Pubbliche”. Non sono previsti gli strumenti di partecipazione e controllo sugli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione, che assicurerebbero un governo democratico del settore nel rispetto della Convenzione ‘Aarhus’ in materia di accesso, partecipazione, informazione e in materia di giustizia ambientale.
I continui disservizi e le bollette pazze nelle città di Sciacca, Montevago e Sambuca che quotidianamente ci vengono raccontati dalla stampa; la denuncia alla Procura della Repubblica del Sindaco del capoluogo agrigentino, Marco Zambuto, contro Girgenti Acque; nonchè l’ennesima dimissione di un amministratore della stessa società con conseguente denuncia alla Procura di tutte le malefatte che si sono susseguite all’interno della compagine societaria, non possono che rafforzare la tesi di un ritorno ad una gestione interamente pubblica ed esclusiva in mano ad i singoli comuni così come avviene a Menfi e negli altri comuni che non hanno ancora consegnato le reti al gestore privato.
Dott. BOTTA Michele
firmatario del disegno di legge n. 158
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