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Acqua, rischio commissariamento: Renzi e Faraone esautorano Crocetta

Creato il 17 maggio 2015 da Comunalimenfi
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La Regione Siciliana rischia il commissariamento, oltre che della questione dei “depuratori”, anche per la riforma della gestione dell’acqua. La minaccia arriva in una diffida che il ministro dell’Ambiente ha inviato al governo Crocetta.

Il paventato commissariamento sulla nuova gestione dell’acqua è stato infatti annunciato in una lettera di diffida che il ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti ha fatto pervenire al governo Crocetta: entro 90 giorni, dunque prima della pausa di Ferragosto, l’Ars deve approvare le nuove norme. Altrimenti interverrà lo Stato con i propri poteri sostitutivi, introdotti da una norma dello Sblocca Italia.

In pratica, la legge la farà Renzi scavalcando Crocetta e pure l’Ars. D’altro canto, in questo caso è proprio l’Ars ad avere rinviato costantemente la riforma. Il tema è quello della sostituzione dei vecchi Ato idrici.

A chi tocca la gestione dell’acqua (e delle ingenti risorse economiche collegate)?

Tutte le Regioni hanno deciso entro la fine del 2014 mentre all’Ars, ricorda Vania Contrafatto, assessore ai Rifiuti e rappresentante dell’area di Davide Faraone, la norma è ferma in commissione da due anni. Di più, l’assessore rileva che “nell’ultima Finanziaria il governo ha provato a far approvare una norma ma ha incontrato fortissime resistenze trasversali”.

Lo scontro non è di poco conto. La maggioranza dei deputati vorrebbe parcellizzare la gestione dell’acqua, affidandola a ogni Comune per il rispettivo territorio. La filosofia nazionale è invece di accentrare la gestione in un solo ente (o pochi di più) che si occuperebbero della programmazione degli investimenti e della gestione di reti e depuratori. Nell’attesa il settore in Sicilia resta affidato ai commissari liquidatori dei vecchi Ato.

E la Contrafatto sbotta: “Ancora una volta gli interessi particolari hanno prevalso su quelli dei cittadini. L’Ars finora ha perso un’occasione preziosa, inseguendo le sirene di chi vorrebbe una gestione frammenta e incontrollabile. Il governo ha fatto la sua parte, ora chiediamo senso di responsabilità”.

Che si arrivi o meno al commissariamento, è chiaro che non sarebbe più Crocetta a gestire uno dei settori più ricchi. Anche se il presidente, che già ha tollerato l’indicazione romana di un assessore all’Economia plenipotenziario, ora fa buon viso a cattivo gioco: “Non siamo commissariati sotto il profilo economico e il problema non è l’ultimatum o i 90 giorni ma i continui rinvii della legge all’Ars. A questo punto mi pare normale che Roma ponga condizioni”.

Ma per sei deputati del PD (Panepinto, Cirone, Maggio, Ferrandelli, Raia e Barbagallo) la riforma può essere approvata in tempo “tenendo conto delle indicazioni referendarie e dei tanti enti locali e movimenti che si sono espressi”.

Guarda la seduta della IV Commissione del 13/05/2015

Fonte Foto: livesicilia.it
Articolo tratto da sicilianews24.it – GdS


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