Magazine Cinema

Acquabiografico – Fabrizio Plessi

Creato il 19 novembre 2015 da Maxscorda @MaxScorda

19 novembre 2015 Lascia un commento

Acquabiografico
Come scrissi, la mostra "Videoarte a Palazzo dei Diamanti" di Ferrara fu interessante a prescindere dalle opere stesse, lo fu per il proponimento di una tecnologia che oggigiorno e’ talmente abusata da non riuscire a pensare come in un periodo molto vicino a noi, fu innovativo il giocarci per fare arte.
Un viaggio nel tempo breve eppure lontanissimo, la magia della retrotecnologia che non perde lo smalto del suo tempo, anzi guadagna in fascino.
Al bookshop, a Ferrara sempre ben organizzato, ben gestito e con ottimi libri, trovo in concomitanza con la mostra questo volume, nuovo ma ingiallito dal tempo, libro che ha riposato per decenni e certo non sperava di trovare casa. Fabrizio Plessi e’ un artista classe 1940 ancora attivissimo che dell’acqua e con l’acqua ha costruito la propria cifra stilistica, il leitmotiv di un lavoro che dura da una vita e che nei primi anni ’70 tra le altre cose, lo vide impegnato in alcune opere viste in mostra, tra ironia e sperimentazione, anche queste caratteristiche del suo lavoro. Si diceva del libro quindi, una raccolta di scritti, bozzetti soprattutto, tante idee, punti di partenza per video, performance e installazioni, confine indefinibile ed indefinito tra cio’ che puo’ essere realizzato e cosa no.
E’ interessante la sensazione di partecipare ad un brainstorming dell’artista con se stesso.
Vero e’ che per ovvie ragioni il materiale si sviluppa negli anni ma l’uniformita’ tematica e stilistica, compatta il contenuto in un lungo excursus sull’acqua e le sue varianti, tra spugne giganti che salvano Venezia dalle inondazioni e rubinetti che rovesciano coriandoli nel rubinetto. Fotomontaggi e schizzi, descrizioni vergate a penna biro e stampe a sfumature di grigioi, fanno del libro un magnifico esempio del fare arte in quegli anni ed e’ in fondo la ragione per la quale non ho esitato un istante ad acquistare il volume. Percio’ e’ un  tuffo nel lavoro dell’artista ma anche dell’epoca che ha accolto questi lavori.
Non dico sia un libro fondamentale ma per gli amanti del genere e del periodo, consiglio di farci un giro.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog