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Acquari

Creato il 11 gennaio 2012 da Lacocchi @laCocchi
C'era una volta una ragazza che odiava gli uffici tanto quanto odiava i mocassini e le fighe di gomma, accoppiata assai vincente.
E c'era una volta questa ragazza che era convinta che negli uffici si nascondessero mostri delle macchinette del caffé e che il ticchettio di tastiera facesse male alla testa dopo un po'.
E c'era una volta sempre questa ragazza che quando vedeva gli uffici chiusi durante il weekend, al posto delle seggiole vuote, vedeva seggiole che ti raccontavano quello che le persone pensano del loro lavoro.
E le seggiole dicevano: "Mi fa orrore" "Mi piace moltissimo" "Chi cazzo me lo fa fare" "Ma quand'è lunedì" "Ma quando arriva venerdì".
Sono ancora convinta di tutto questo. Non ho cambiato idea. Ho fatto solo in modo di adattarmi, di plasmarmi alla svolta che ha preso la mia vita. Il che ogni tanto va bene, ma ogni tanto spesso non mi va bene.
Le serate al pub mi sembrano lontane, i discorsi su chi ha scritto la miglior canzone rock della storia asciugando i bicchieri alle 3 di mattina mi sembrano preistoria.
Ed è così che una torna dalle vacanze e si ritrova a passare le sue giornate in una stanza di un ufficio, perchè non c'è più posto nel nostro ufficio open space pieno di finestre a specchio impossibili da aprire, che sembra un acquario e noi sembriamo i pesci annoiati in attesa che qualcuno ci liberi e che arrivino le 18.
Sembriamo pesci negli acquari, noi negli uffici. Seduti a ticchettare tutto il giorno mentre la vita fuori scorre, e le persone vanno e vengono e il sole va e viene e c'è chi corre, chi perde autobus, chi vede cose e gente. E chi vede noi, seduti sulle seggiole che sanno tutto.
Siamo otto sotto un tetto, nella nuova stanza. Perchè siamo otto e la stanza è stretta, che se uno si muove a destra l'altro deve spiaccicarsi a sinistra, e se uno mangia una zuppa la stanza sa di zuppa per due giorni, e appena uno respira un po' più forte quell'altra si gira a guardare chi è che sta respirando. E per parlarci non è che ci chiamiamo per nome, ci scriviamo su skype, e per dirci cose che necessitano almeno 120 messaggi su skype ci scriviamo una mail, e ci diciamo ciao tutte le sere e buon weekend tutti i venerdì e che cos'hai fatto questo weekend tutti i lunedì.
E c'è chi riesce a non parlare e a non alzarsi per 3 ore, e chi si alza ogni cinque minuti, e chi nemmeno si stiracchia e chi invece è tutto uno stiracchiarsi e sbadigliare a bocca aperta.
C'è chi  fissa lo schermo così tanto tempo che a fine giornata ha un colorito giallo tendente al grigio e che quando fa una battuta la fa sull'andamento del mercato che non fa poi così tanto ridere.
C'è chi ascolta i One Direction e David Guetta e dice che sono musica bellissima e chi non ascolta musica. Mai.
C'è chi non sa chi erano i Kinks e chi dice che l'Inghilterra fa schifo. E chi non ha mai sentito nominare i Black Sabbath e non sa che cos'è un Sunday roast e non ha mai assaggiato un fish and chips. E chi non si è mai spinto più in là della fermata della metro di casa o dell'ufficio.
C'è che mi dice "In cosa li spendi i soldi? Droghe?!"
E tu come glielo spieghi che i soldi sono fatti pure per essere spesi, e che da vecchia vorrai avere una collezione di cd e libri incredibile, e allora compri libri, cd. E che sempre da vecchia vorrai avere storie da raccontare e allora giri la città, compri biglietti, vai a concerti. Mentre lei ti dice: "Io voglio sapere se quest'azienda potrà pagarmi di più."
C'è chi cade nel profumo ogni mattina. C'è chi i capelli se li lava ogni luna piena.
C'è che ogni giorno ci sediamo sulle nostre sedie, ci guardiamo in faccia, e io scommetto che ognuno di noi pensa: "Speriamo che nessuno scoreggi, che non ci sono finestre, in questo cazzo di acquario."

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