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Acquisti online: la classifica dei paesi dove si compra di più

Da B2corporate @b2corporate

Come va l’e-commerce in Italia? A conclusione delle vacanze di Natale 2015 si può fare il consueto punto della situazione, e di certo è evidente come anche nel nostro Paese, ormai, effettuare i propri acquisti dallo smartphone, dal tablet, dal PC (magari approfittando di una delle offerte per connettersi a Internet che si trovano in promozione su SosTariffe.it) è un’abitudine consolidata. L’“alfabetizzazione” del nuovo pubblico digitale, insomma, che si tratti dei millennials o di chi ha un po’ più anni alle spalle, appare tutto sommato a un buon punto.
Acquisti online: la classifica dei paesi dove si compra di più
Il problema è che non sempre le aziende italiane sembrano tenere lo stesso ritmo. Il digital divide, qui, è particolarmente grave, perché con colossi come Amazon che garantiscono una consegna alla porta di casa e nel giro letteralmente di poche ore, le distanze non sono più così importanti: ecco perché il rischio è che sempre più consumatori italiani non esitino a rifornirsi presso partner commerciali stranieri, molto più avanti in quanto a tecnologia ed efficienza.
I dati, per molti versi non confortanti ma che costituiscono un necessario punto di partenza per le imprese, sono stati discussi da Roberto Liscia, presidente di Netcomm, durante la seconda edizione dell'E-commerce Summit di Milano. Secondo Liscia, «i fattori che frenano la crescita dell'e-commerce italiano sono le dimensioni ridotte delle aziende, con poca finanza strategica, la loro paura di entrare in conflitto con le reti di distribuzione passando al digitale e la poca propensione a mettere a fattor comune prodotti e brand per vincere sul mercato internazionale, dove servono scalabilità e capacità aggregativa».
Quali sono invece i Paesi che la fanno da padrone?
Soprattutto tre: Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina, che da soli controllano più del 60% dello shopping mondiale. E dire che l’Italia, che con le sue potenzialità di export potrebbe piazzarsi benissimo in questa speciale classifica, è solo undicesima tra i paesi UE. La penetrazione dell’online delle imprese nostrane, infatti, misurabile nel rapporto tra acquisti in rete e totale delle vendite effettuate, è solo del 3%, laddove la media europea è più del doppio, il 6,4%.
Il mercato, di per sé, ha un potenziale vastissimo: in Italia sono 19 milioni i clienti dotati di smartphone di cui 13,6 milioni si informano online per poi cercare il prodotto in un negozio fisico, e 8,5 milioni effettuano anche controlli sul prodotto che intendono acquistare direttamente mentre sono in negozio; al mondo, invece, comprano in rete 1,1 miliardi di persone, 2,7 miliardi di persone fanno ricorso alla Rete per informarsi sugli acquisti e infine 309 milioni di consumatori – forse il dato più interessante per illustrare le possibilità di mercato italiano – comprano attraverso Internet anche al di fuori della propria nazione di residenza.
Ma da parte dei consumatori che atteggiamento c’è?
Curiosità, sempre intraprendenza ma anche qualche “resistenza decisamente datata: come fa notare ancora Liscia, «l’aspetto più sicuro del e-commerce è il pagamento. Trovo risibile che il 70% degli italiani si affidino ancora alla prepagata perché hanno paura di usare le loro carte di credito».

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