Titolo: Across the Universe
Titolo originale: Across the Universe
Autore: Beth Revis
Traduttore: Gloria Pastorino
Editore: Piemme Freeway
Prima edizione italiana: 9 ottobre 2012
Prima edizione: Razorbill, Peguin - 11 gennaio 2011
Pagine: 414
Prezzo: Rilegato - €1 7,00
Vi è mai capitato di iniziare a leggere un libro e ritrovarvi nell'impossibilità di fare altro? È quello che è successo a me con Across the universe. È periodo di esami e questo fine settimana doveva essere, nei miei piani, dedicato allo studio, ma mi sono ritrovata intrappolata a bordo della Godspeed e non c'è stato modo di fermarmi fino a quando non ho raggiunto l'ultima pagina. A quel punto ho tirato un sospiro, salvo poi ritrovarmi inebetita, totalmente incapace di comprendere la sensazione che stavo provando.
Succede spesso ai lettori di ritrovarsi spaesati alla fine di un libro; come dimenticare le ore e, qualche volta, le giornate passate nell'incredulità di non trovarsi più a Hogwarts? Ma non era né smarrimento né vuoto ciò che sentivo: mi era rimasta appiccicata addosso l'inquietudine che caratterizza la storia di Beth Revis. Ecco perché ho dovuto lasciar passare diverse ore, prima di poterne parlare coerentemente.
Across the universe è il primo capitolo di una trilogia young adult, che si situa tra la sci-fi e la distopia, caratteristica che spiega il mio attaccamento compulsivo e che ne fa una novità rispetto alle saghe contemporanee.
Ma prima di inoltrarci nelle mie impressioni, vi devo raccontare le vicende che si svolgono sulla Godspeed, la nave spaziale partita dalla Terra alla volta di Terra-Centauri, un pianeta che presenterebbe caratteristiche di abitabilità.
Amy è stata ibernata insieme ai suoi genitori, una genetista e un analista militare, per partecipare a una missione, un viaggio spaziale che durerà 300 anni e che la condurrà sul nuovo pianeta. Tuttavia il sonno criogenico di Amy, tormentato dai ricordi, non durerà a lungo. Viene risvegliata. Deve ambientarsi in fretta sulla Godspeed, ma lì tutto è diverso. No, lei è diversa. Lei è un mostro. La sua pelle è troppo bianca, i suoi occhi verdi troppo strani, i suoi capelli sembrano di fuoco. Lei è sbagliata. Sulla nave spaziale non c'è diversità e, d'altra parte, dopo 250 anni di isolamento, come potrebbe essere? Ma c'è dell'altro: le persone non sono normali; sono troppo calme, mansuete. Si lasciano abbindolare facilmente quasi possano essere riprogrammate in base alla volontà di Eldest, la guida della nave.
Eldest è il padre amorevole della Godspeed e dei suoi abitanti, ma non l'abbiamo già sentita questa descrizione? Proprio così. Eldest ricorda molto più un dittatore ed è proprio a quelli negativamente famosi della nostra storia che egli fa riferimento.
Fortunatamente Amy non rimane isolata e priva di contatti umani. C'è Elder, il futuro leader della nave. Giovane, gentile. Così simile ad Eldest, ma così diverso. È lui la seconda voce narrante della storia, una storia intricata, che nasconde così tanti segreti da aver trasformato totalmente la realtà. È pronto a succedere a Eldest? Saprà prendersi cura della Godspeed? Le domande sono troppe per un ragazzo che sta scoprendo di essere cresciuto nella menzogna.
Amy e Elder diventano uno il sostegno dell'altro in un'indagine che tingerà di sospetto l'atmosfera già inquietante della nave: qualcuno sta scongelando i criogenati, uccidendoli inevitabilmente. Ma chi e perché?
Non mancano i colpi di scena che sono concentrati, come ci si poteva aspettare, negli ultimi capitoli. Ebbene, arrivata all'apice degli eventi, l'ansia di svelare la verità, di ritrovare un equilibrio mi ha letteralmente travolta.
Non lasciatevi ingannare dallo spessore: è tutta apparenza. Lo stile è molto semplice e, per quanto dettagliate, le descrizioni mi sono sembrate superficiali, soprattutto dal punto di vista emotivo. Credo che l'intera narrazione potesse essere sviluppata meglio, prendendosi più spazio per la riflessione e lo svisceramento dei contenuti.
Come altri distopici, anche quello di Beth Revis mi ha sconvolto e turbato, ma più per i riferimenti alla nostra Storia che per i risvolti narrativi.
Nel finale molti punti rimangono in sospeso, ma sinceramente non sento la necessità di un seguito: l'incertezza in cui ci lascia è la parte migliore. Non voglio essere fraintesa, ma mi sarebbe piaciuto rimanesse così: agghiacciante nella sospensione narrativa, nell'ignoranza di ciò che avverrà.
A questo punto posso dirvi che, nonostante tutte le emozioni che ha messo in gioco, Across the universe non mi ha esaltato: per quanto mi sia piaciuto e ve lo consigli, non rientra nella hit dei miei libri preferiti. Chissà, magari si riscatterà nel seguito.
Nell'attesa di conoscere la data italiana, vi informo che è prevista per il 15 gennaio (d;omani!) la pubblicazione americana di Shades of Earth, il terzo e ultimo volume della trilogia, e che potete scaricare gratuitamente As they slip away (c;liccate sul titolo), la storia di alcuni personaggi secondari.
Questa recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.