Activists in Office (libro sulla questione curda)

Activists in Office. Kurdish Politics and Protest in Turkey, di Nicole F. Watts (University of Washington Press, 2010), è un libro estremamente utile. Si smarca infatti con prontezza dalla trappola interpretativa sicurezza vs.terrorismo, Stato (turco) vs. Pkk, per concentrarsi su quelli che definisce ‘partiti e attivisti pro-curdi’: di cui analizza dettagliatamente le vicende nel corso del tempo; di cui specifica preliminarmente che non sono i soli rappresentanti dei curdi, che in larga arte votano invece per i partiti tradizionali e soprattutto per l’Akp (maggioritario anche nelle elezioni del 12 giugno nel sud-est a maggioranza curda). I partiti pro-curdi hanno costantemente avuto un duplice problema: la repressione dello Stato, l’influenza ingombrante del Pkk. Risultato: da una parte hanno sfruttato le opportunità offerte dalla politica istituzionale, dall’altra hanno mantenuto pressoché inalterate le caratteristiche antisistemiche; in concreto, da una parte si sono serviti delle istituzioni per diffondere informazioni e punti di vista alternativi rispetto a quelli ufficiali dello Stato sulla “questione curda”, dall’altra soprattutto a livello locale hanno lavorato per costituire un’identità collettiva – politica e culturale – curda (una sorta di nazionalismo alternativo a quello turco e statale). Il libro è solido nell’approccio teorico e non banale in quello metodologico: anche se a mio avviso il tema avrebbe meritato un’esame più approfondito ed esteso dei fatti, delle dinamiche politiche come dei processi culturali invece affrontati in modo sbrigativo (ma magari è stata un’imposizione dell’editore). L’opportuno e necessario complemento, però, sarebbe uno studio dei curdi che militano e votano nei partiti nazionali e non pro-curdi.