Proseguiamo a parlare di ABM cnon Maurizio Nizzola. Dopo aver esaminato il sistema ABM, oggi parliamo delle quattro fasi delle activity based management:
Fase 1: impostazione del progetto
Fase 2: costruzione della mappa d’impresa
Fase 3: diagnosi per processi e per oggetti di costo
Fase 4: avvio sistema
Impostazione del progetto
Formazione del gruppo di lavoro cui spetta la realizzazione del sistema.
Comitato guida : ha una visione globale del progetto ed è preposto al perseguimento degli obiettivi, alla supervisione delle metodologie ed alla scelta di supporti adeguati.
Gruppo di lavoro: è un gruppo multidisciplinare cui compete l’ottimizzazione dell’impegno di risorse, le verifiche degli stati di avanzamento, la risoluzione dei problemi ed i rapporti con le diverse funzioni coinvolte, nonché il coordinamento di eventuali consulenti.
Capo progetto: coordina il gruppo di lavoro.
Realizzazione della mappa d’impresa
L’analisi è diretta alla conoscenza dei seguenti aspetti:
• Processi d’impresa.
• Prodotti/servizi.
• Sistemi e sottosistemi gestionali.
• Struttura organizzativa.
L’analisi dei processi e la loro rappresentazione attraverso le attività può essere condotta con due diversi approcci:
1) top down è un processo di “scomposizione funzionale”. Ad esempio in un impresa industriale si può iniziare da tre macroprocessi fondamentali quali “R&S”, “Produzione/Logistica”, “Vendita”. Dal macroprocesso “Produzione/Logistica” si possono isolare processi quali: “acquisti”, “programmazione della produzione”, “fabbricazione”, “montaggio”. Ognuno di questi ultimi può ulteriormente essere scomposto in attività elementari.
2) botton up : Approccia le singole funzioni aziendali descrivendone le varie attività svolte. Si tratta di operare con interviste nei diversi reparti/uffici, escludendo inizialmente le relazioni attività/processi e realizzando un elenco di attività per ogni unità organizzativa analizzata. La ricomposizione di tali attività in processi verrà espletata in fase successiva.
L’analisi delle attività consente di trasformare un’organizzazione complessa in nuclei elementari (attività) per ricomporla in processi orizzontali, tramite la combinazione dei due metodi “top-down” e “bottom-up”. Il vantaggio di un approccio iniziale bottom-up è quello di prescindere in fase iniziale del progetto dalle relazione esistenti fra le diverse attività ed i processi di business, analizzando in modo approfondito e completo i lavori svolti in ciascun centro di costo. Il lavoro di analisi consente di classificare, integrare e sviluppare in modo più o meno significativo le varie attività, valutandone l’impatto nei diversi processi.
Onde procedere alla rappresentazione definitiva dei processi è importante classificare le attività in primarie e secondarie. Solo le attività primarie vengono inserite nei processi di business. Nel modello non compaiono le attività secondarie in quanto riferite ad attività primarie e in queste ultime devono essere fatte confluire.
Un’attività secondaria è svolta a supporto di un’attività primaria , pertanto deve essere ricondotta a quest’ultima.
L’imputazione delle attività ai processi deve essere effettuata individuando i rapporti output/input esistenti tra le diverse attività.
Es.: Attività “Ricevere e controllare i materiali”: Output
Input: Attività “Immagazzinare i materiali”.
Occorre chiarire attentamente i seguenti aspetti:
• Natura e caratteristiche degli input provenienti da altre attività.
• Output generato dall’attività in esame.
• Attività/processi “clienti” che utilizzano tale output.
Le attività che producono output fisici (tipicamente quelle legate al processo produttivo) sono facilmente quantificabili , si tratta di valutare quali fra quelle utilizzate dagli altri sistemi (contabilità industriale, contabilità di magazzino, ecc.) sono le più adeguate all’impostazione di un sistema ABM. Gli output delle altre attività, di contro, possono essere di meno agevole valutazione.
Definizione delle misure di input/output
Le attività consumano delle risorse per produrre un output: la somma dei costi di tali risorse rappresenta il costo totale di un’attività. Per ogni tipologia di costo va individuata la relazione con una o più attività; utilizzando i parametri più adeguati. Importante sottolineare che il controllo delle attività deve essere fatto non esclusivamente sulla base dei costi, ma altresì misurando i volumi di output prodotti.
Classificazione dei “driver”: L’analisi diagnostica delle attività permette di individuare i driver
Tipologia del driver: strategie, personale, struttura, tecnologia sistemi informativi.
Gerarchia del driver: impatto a livello di attività, processo, intera impresa.
Queste classificazioni consentono di individuare chi, per specializzazione e posizione gestionale, deve agire sul driver. Un’azione efficace può presentarsi complessa e richiedere la collaborazione di persone in aree aziendali diverse.
ABC: le relazioni tra attività e costi
L’approccio per attività si basa sull’assunto che le risorse sono consumate dalle attività per produrre un output misurabile. L’Activity-Based Costing è la metodologia di rilevazione del costo di un prodotto attraverso il calcolo del “consumo” delle attività.
L’insieme delle relazioni che esprimono tale consumo costituisce la “distinta delle attività” BOA ( Bill of Activities ) di un prodotto o di altro oggetto di costo.
Il concetto di BOA è simile a quello della Distinta Base per materiali utilizzato nel calcolo dei costi di produzione.
In una BOA devono essere elencate le attività necessarie e le quantità necessarie per realizzare un semilavorato, un prodotto, un servizio, ecc. . Le quantità devono essere espresse attraverso il numero di output dell’attività (volume) utilizzato per ottenere un’unità di prodotto.
Disponendo del costo unitario di ogni attività inclusa nella BOA ed avendo determinatogli utilizzi è possibile determinare il costo delle stesse attività ai diversi prodotti che le utilizzano.