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Ad Haiti dopo il terremoto gli stupri

Creato il 03 luglio 2010 da Leragazze

Ad Haiti dopo il terremoto gli stupri

Lo stupro è diventato una “deliberata strategia militare”. Lo spiega un bell’editoriale sull’ultimo numero del British Medical Journal. Gli effetti delle violenze sessuali vanno oltre le donne che ne sono vittime e diventano devastanti da un punto di vista economico, fisico, psicologico e culturale per le loro famiglie e le comunità di appartenenza.

Nei conflitti degli ultimi anni lo stupro è stato usato come mezzo per premiare il comportamento in battaglia, per rinforzare il morale della truppa, per punire e umiliare il nemico, o per destabilizzare intere comunità con il terrore.

La probabilità che vengano perpetrate violenza sessuali in modo sistematico è legata a determinate condizioni geografiche, culturali, religiose, politiche, legali e comportamentali. Per esempio, luoghi geograficamente sperduti permettono di stuprare impunemente, mentre la probabilità che le donne vengano stuprate, svergognate e isolate aumenta nelle culture con forti tradizioni riguardanti verginità, fedeltà al marito e purezza dei genitali.

L’articolo riporta dei dati. Noi ne abbiamo parlato qualche mese fa qui e qui, ma può giovare ricordarli. Nella Repubblica Democratica del Congo, nel solo 2008, sono avvenuti 16 mila stupri, nella regione meridionale Kivu si calcola che ogni giorno vengano violentate 40 donne. In Gran Bretagna, inoltre, il 50-70% delle donne che richiedono asilo hanno vissuto questa terribile esperienza.

Tutto questo però non accade soltanto nei paesi in guerra.

Come si apprende dal New York Times, episodi raccapriccianti si verificano, incredibilmente sono portata a pensare, anche ad Haiti, dove alla devastazione provocata dal terremoto del gennaio scorso si aggiunge la piaga della violenza sessuale verso le donne. Solo una minima parte viene denunciata, ma operatori sanitari parlano di un numero di casi triplicato in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre gli arresti sono diminuiti.

Dopo il terremoto, le donne sono diventate le più vulnerabili. Dormire nei centri di raccolta, nelle strade, nelle campagne le pone alla mercé oltre che degli elementi anche degli stupratori. Le organizzazioni che assistono le popolazioni sopravvissute hanno espresso preoccupazione per le violenze, soprattutto per quelle perpetrate nei centri di raccolta, proprio sotto gli occhi degli operatori. In questi luoghi, infatti, a sei mesi dal terremoto, l’illuminazione è scarsa o inesistente, le latrine non hanno chiusura, le docce per uomini e donne sono adiacenti e non vi è abbastanza protezione da parte della polizia.

Sciagure di tale gravità invece di elicitare solidarietà e sostegno reciproco scatenano la parte bestiale negli uomini contro le donne, tanto per cambiare. Possibile?



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