Inizia stasera un vertice europeo decisivo per lo sorti dell’intera Unione e della moneta unica. In breve, i paesi della Ue dovranno varare nuove norme per una piu stretta integrazione economica, cosa mancata sino ad ora e che rende le singole nazioni preda delle speculazioni. Francia e Germania mettono alcuni paletti. Il Post riassume cosi la situazione:
Merkel e Sarkozy chiedono che siano stabilite nuove regole per raggiungere una “unione fiscale” tra i 17 paesi dell’Unione Europea, e che i leader dei paesi europei si incontrino mensilmente per tutta la durata della crisi. Francia e Germania intendono portare avanti una più stretta convergenza all’interno dell’Unione sulle politiche fiscali, sul mercato del lavoro e sulla tassazione delle imprese, mentre si sono dette favorevoli a una tassa sulle transazioni finanziarie, la celebre Tobin Tax.
Uno dei punti essenziali della discussione è il modo in cui verrà ottenuta questa maggiore unione. La Germania non intende indietreggiare dalla sua linea (e della Francia) che chiede che i trattati che regolano l’Unione Europea siano modificati o sostituiti con nuovi trattati, mentre su questo punto ci sarebbero molti dubbi e resistenze da parte di diversi paesi e dello stesso presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy. Germania e Francia sostengono anche che, se non sarà possibile trovare un accordo tra tutti i 27 paesi dell’Unione Europea, bisognerà scegliere di stipulare un nuovo patto tra i soli 17 paesi che fanno parte dell’euro.
Questa decisione creerebbe un’Unione Europea “a due velocità”, marginalizzando i paesi che non hanno adottato la moneta unica: non entrando a far parte del nuovo patto, il loro peso politico all’interno dell’Unione verrebbe molto ridimensionato. Da questa situazione ha da perderci soprattutto il Regno Unito, che già ora si oppone a molte proposte del duo franco-tedesco (un esempio, alla Tobin Tax).
In caso di accordo positivo la Germania autorizzerà un maggiore impegno della BCE nel ruolo di stabilizzatrice per i paesi in difficoltà, tra i quali l’Italia. In caso di mancato accordo si rischia davvero il collasso delle singole economie e la fine dell’Euro cosi come lo abbiamo oggi.